Cultura

E se domani…. Il punto di vista di una giovane mamma. Figlia mia non ti vedo sposa di Ivan

Se tra 20 anni dovessi trovarmi un genero non musulmano, sarebbe un trauma. Ma non per le ragioni che tutti pensano. Per me il matrimonio è una cosa troppa seria... (di Sumaya Abdel Qader).

di Redazione

Ho provato ad immaginarmi tra 20 anni. Con una delle mie due figlie che torna a casa e… «Ciao mamma, ti presento Ivan». «Ivan?! E chi sarebbe sto Ivan?!» Lei mi guarda con occhi svampiti e dice: «L?ho conosciuto su internet e abbiamo deciso di sposarci».All?udir certe parole uscire dalla bocca della mia innocente creatura, il primo pensiero che mi verrebbe in mente potrebbe essere: «Te possino ammazzà te e ?sto Ivan!». Ma reagire così non sta bene e quindi non direi, …invece nulla. Questa scenetta non mi piace e visto che decido io cosa pensare e sognare ad occhi aperti, mi accorgo che ?sono ancora in tempo? e smetto di immaginare.Ora, se mai dovesse arrivare un tale momento sarebbe comunque troppo tardi iniziare a fare discorsi alla figlioletta innamorata che comunque non mi ascolterebbe. Quindi faccia quello che vuole: la mia responsabilità di madre inizia e finisce avendola educata in un certo modo. Poi chi semina raccoglie, o non raccoglie, ma bisogna farsene una ragione.Sinceramente immaginare mia figlia con un non musulmano non mi elettrizza molto. Anzi mi fulmina proprio. Certo non per ragioni discriminatorie, per carità, ma per una concezione di vita matrimoniale e di coppia articolata che non subisce il fascino del solo amore, della sola passione, e dell?irrazionalità che l?innamoramento scatena. Intanto suggerire un ?matrimonio misto? è più facile a dirsi che a farsi. Lasciamo stare le poche felici eccezioni di matrimoni misti che hanno funzionato; non parliamo di statistiche, che comunque confermano questo dato ma possono risultare antipatiche scuse, riflettiamo invece sul senso del matrimonio.Per me il matrimonio è condividere, con una persona amata, delle idee, un progetto comune, la volontà di costruire un futuro basato su dei valori partecipati e sentiti. In primis la sfera spirituale. La religione se vissuta in modo integrale (da non confondere con ?integralista?) non può non poter coinvolgere tutta la famiglia.Sicuramente sposare un non musulmano potrebbe anche basarsi sulla condivisione di molte idee, di un progetto o sogno ma non si baserebbe sulla condivisione di molti valori religiosi men che meno in modo sentito e/o partecipato. Un peccato. Vivere la fede con il proprio partner è occasione di avvicinamento e unione molto forte. Porta la coppia ad un livello di percezione reciproca profondo, trascendente. Per non parlare dell?educazione dei figli. Di solito, purtroppo, sono pretesto di brutti litigi e divorzi perché non ci si accorda sull?educazione religiosa da dare (spesso anche non religiosa) se solo uno è dei genitori è osservante e l?altro no. Chi pratica naturalmente amando il proprio figlio vorrebbe per lui il meglio e quindi ?la salvezza?. Oppure si hanno molti casi in cui si sente dire «non gli imponiamo nessuna religione poi quando sarà maggiorenne deciderà». Intanto allo scoccare del diciottesimo anno non è che veniamo investiti da una ventata di saggezza improvvisa che ci illumina la vita e ci rende capaci di scelte che 24 ore prima non potevamo fare, proprio no. L?educazione dei figli non deve essere un?imposizione di idee ma un accompagnamento alla crescita. Come educare un figlio secondo i propri valori sapendo magari di mancare ai valori del proprio compagno o/e viceversa?La responsabilità è parola chiave. Meglio se condivisa. Certo queste son parole, la società multiculturale in cui viviamo inevitabilmente ci pone davanti alla possibilità di avere coppie miste sempre più frequentemente. Ancora una volta ad ognuno le proprie responsabilità, la libertà di far bene o di sbagliare, di pensare a se stessi o ad una complessità di coesistenza. L?obiettivo comunque dovrà essere sempre la ricerca dell?armonia e dell?equilibrio della famiglia, unità base e costituente della società. Se è sana la prima, sarà sana anche la seconda. Un suggerimento quindi: prima di intraprendere passi importanti ricordarsi del buon vecchio detto «Patti chiari, amicizia lunga», in questo caso ?matrimonio lungo?.

Sumaya Abdel Qader

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