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È scontro sulle coppie di fatto

Bocciato l'emendamento che prevede il convivente come fiduciario, in caso di mancata nomina esplicita

di Sara De Carli

Ieri la Commissione Affari sociali della Camera ha ripreso l’esame delle proposte di legge in tema di dichiarazioni anticipate di trattamento. Maggioranza e opposizione si scono scontrate su un emendamento del Pd che prevedeva una maggiore specifica di che succede nel caso in cui non vi sia la nominana di un fiduciario – figura prevista dal testo Calbrà approvato dal Senato. L’emendamento in quesione, il 6.11, che ha Livia Turco come prima firmataria, prevede che in caso di manacta nomina del fiduciario, a concorrere nelle decisioni sul fine vita siano nell’ordine il coniuge non separato legalmente o di fatto, il convivente more uxorio, i figli maggiorenni, i genitori, i parenti entro il quarto grado.

Sul tema, effettivamente scoperto, anche il relatore ha presentato un emendamento, che sarà discusso oggi e che prevede che in caso di mancata nomina del fiduciario i suoi compiti ”sono adempiuti dai familiari secondo quanto previsto dal Codice civile, Libro II, Titolo II, Capo I”, vale a dire il diritto di successione, dove non esiste il convivente.

Lo scontro quindi, come ha detto in partenza Andrea Sarubbi (Pd) è stato quindi tutto e solo sul convivente more uxorio. L’emendamento di Livia Turco è stato bocciato.

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