Formazione
E quando finisce la scuola? Progetti innovativi per studenti con disabilità intellettiva
Il bando "Passaggi", promosso da Fondazione CR Firenze, ha finanziato azioni sperimentali per favorire il passaggio degli alunni con disabilità intellettiva dalla scuola superiore alla vita fuori dalla scuola. Il 31 ottobre un convegno farà il punto sui primi esiti, in attesa che in primavera partano i nuovi progetti finanziati con il secondo bando
Un passaggio non è ancora una strada: è un pertugio, un varco, una breccia, qualcosa certamente ancora da “allargare”, ma che intanto però consente già l’ingresso in un luogo diverso, nuovo, tutto da esplorare. È questo il concetto che sta alla base di “Passaggi”, il bando di Fondazione CR Firenze per accompagnare gli studenti con disabilità intellettiva nella transizione tra la fine della scuola e la vita adulta, autonoma.
I primi quattro progetti sono partiti due anni fa su tre territori – Firenze, il Mugello e l’Empolese Valdelsa – finanziati con 270mila euro: i risultati della sperimentazione verranno presentati giovedì 31 ottobre a Firenze in un convegno (qui il programma e il link per iscriversi) che vedrà a confronto famiglie, insegnanti, dirigenti scolastici, amministratori locali, dirigenti dei servizi, aziende per riflettere sulla costruzione di percorsi sostenibili e personalizzati che migliorino il delicato momento dell’avvio di una vita “fuori dalla scuola”.
La Fondazione CR Firenze infatti ha deciso di proseguire su questa strada, con una seconda edizione del bando “Passaggi” che ha appena chiuso, i cui progetti – attualmente in fase di selezione – partiranno nella primavera 2025.
Il bisogno
«Lavorando da tempo a stretto contatto con il mondo scuola, ci siamo resi conto della mancanza di un’attenzione specifica dedicata alle studentesse e agli studenti con disabilità nel passaggio tra la scuola e la vita fuori dalla scuola», afferma Chiara Mannoni, responsabile del Settore Educazione, Istruzione e Formazione di Fondazione CR Firenze. «Parlo innanzitutto del momento in cui i ragazzi terminano le scuole secondarie di secondo grado, ma è evidente che questo passaggio deve essere preparato e accompagnato molto prima, con una visione prospettica e con una maggiore integrazione tra le azioni che riguardano in senso stretto la scuola e quelle che riguardano il contesto extrascolastico, dallo sport alla socializzazione, dalla capacità di spostarsi in autonomia con i mezzi pubblici alla possibilità di autodeterminazione. Oggi il sistema scuola ha oggettive difficoltà a prendersi carico in maniera efficace di questo tassello dell’inclusione».
Giocare d’anticipo
L’inclusione scolastica, per un ragazzo con disabilità, è un punto fermo. Pur con tutte le difficoltà e i limiti del sistema, non c’è famiglia che non sappia che la scuola comunque è qualcosa rispetto al dopo. Il “dopo” lo temono quasi tutti, perché spesso – toppo spesso – dopo la scuola c’è un deserto. «Le problematiche sono complesse e le famiglie spesso non sono preparate all’uscita dal luogo protetto che è la scuola. Da lì in poi cambiano gli interlocutori, c’è da ricostruire una nuova rete con nuovi soggetti: un lavoro che oggi le famiglie devono fare da sole, andando spesso a “sbattere la testa”. L’idea di giocare d’anticipo sul “fuori dalla scuola” permette innanzitutto di informare le persone con disabilità e le loro famiglie sulle possibilità che il territorio offre, costruendo una rete, allenandosi ad affrontare un percorso che resta sicuramente difficile: non possiamo aspettarci che un Pcto imbastito in grande fretta, senza essere accompagnato da persone con competenze mirate, possa essere una via d’ingresso al mondo del lavoro e uno strumento adeguato per disegnare il futuro. Oggi in Toscana quasi la metà degli inserimenti lavorativi per i lavoratori delle categorie protette non va a buon fine, perché né le aziende né i ragazzi sono preparati e accompagnati: la scommessa è che questo “farsi i muscoli” in anticipo, per restare alla metafora, cambi tali numeri», insiste Mannoni.
L’idea di giocare d’anticipo sul “fuori dalla scuola” permette innanzitutto di informare le persone con disabilità e le loro famiglie sulle possibilità che il territorio offre, costruendo una rete
Chiara Mannoni, responsabile del Settore Educazione, Istruzione e Formazione di Fondazione CR Firenze
Cosa è stato fatto
La prima edizione del bando “Passaggi” ha finanziato quattro progetti che hanno coinvolto complessivamente una trentina di partner, di cui nove scuole: Scart (capofila consorzio Co&So Empoli); Step by step (capofila consorzio Co&So Firenze); EsploHub (capofila cooperativa sociale Gaetano Barbieri) e Varco (capofila cooperativa sociale Proforma).
Sono stati coinvolti in modo prioritario ragazzi e ragazze di quarta e quinta superiore con disabilità intellettive, anche se non sono mancati studenti e studentesse anche più giovani. In modi differenti, i quattro progetti hanno cercato di costruire le fondamenta per potenziare le competenze e l’autonomia degli studenti con disabilità, per facilitare l’uscita dal mondo scuola e la costruzione di un progetto di vita reale. Si è lavorato sulla creazione di una rete di amicizie fuori dalla scuola, sull’autonomia nell’utilizzo dei mezzi di trasporto, sono state fatte gite e iniziative per conoscere meglio il territorio e stimolare la curiosità e l’interesse per il nuovo, qualcuno ha dormito fuori per il weekend, in un primo avvicinamento al tema dell’emancipazione dalla famiglia. C’è stato tanto sport e tante attività per esercitare la propria autodeterminazione. Non sono mancate piccole esperienze lavorative. Il 31 ottobre, nel pomeriggio, saranno i ragazzi stessi a raccontare le loro esperienze.
Gli apprendimenti
«I primi quattro progetti stanno giungendo al termine e il bilancio è positivo, i soggetti coinvolti oggi sentono fortemente di “avere qualcosa da dire” sul tema. L’idea del convegno, come momento di riflessione e di condivisione, per accendere un faro su questo tema viene proprio da loro», dice Mannoni.
Giocare d’anticipo vuol dire coinvolgere in maniera rilevante tutti i soggetti: le scuole, la cooperazione, le aziende e «uno dei risultati più rilevanti delle sperimentazioni messe in atto è la sensibilizzazione dei territori, a livello di sistema, con la creazione di network locali», riflette Mannoni. Altrettanto importante è la sensibilizzazione diretta sulle famiglie, «che spesso sono un po’ riluttanti a impostare percorsi di autonomia per i propri figli».
Il coinvolgimento delle scuole è determinante ma non è stato sempre facile: «Hanno risposto con entusiasmo al progetto e hanno partecipato con numeri importanti alla formazione realizzata dal Centro Studi Erickson, ma nella concretezza poi ci si è scontrati con la difficoltà a gestire l’estrema variabilità di percorsi “cuciti su misura”, flessibili e personalizzati».
Il convegno “Bando Passaggi: dalla scuola all’autonomia” sarà giovedì 31 ottobre 2024 dalle 9,30 alle 16,00 all’Innovation Center della Fondazione CR Firenze in via Lungarno Soderini 21, a Firenze. Qui il programma. Per iscrizioni, clicca qui.
Le foto dell’articolo sono di Fondazione CR Firenze
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.