Politica

È protesta contro il “blocca-solare”

Associazioni e aziende sul piede di guerra contro lo stop agli incentivi

di Redazione

”Il Governo Berlusconi getta la maschera con un attacco senza precedenti alle fonti rinnovabili. Con la proposta di Decreto legislativo che verra’ presentata domani dal Ministro Romani si vogliono fermare l’eolico, il solare, e le biomasse in Italia per dare spazio al nucleare”. Questa la dichiarazione di Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente, che ha partecipato questa mattina alla conferenza stampa davanti al Ministero dello Sviluppo economico convocata da Legambiente Greenpeace, Wwf, Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Kyoto Club, Ises, Anev, Aper, Assoenergie futuro, Assosolare.

Tema del contendere: la proposta di Decreto in attuazione della direttiva 2009/28/CE, che il ministro Romani presentera’ al Pre-Consiglio dei Ministri di domani, 1 marzo: per il solare fotovoltaico il Decreto prevede un tetto a 8.000 MW, dopo il quale e’ previsto lo stop a qualsiasi incentivo. Per il ministro Paolo Romani è necessario interrompere un meccanismo di incentivi che nel 2009 e nel 2010 è costato 20 miliardi di euro agli italiani (che li pagano in bolletta) e ha prodotto il 4,5 per cento di energia.

Per l’eolico, è previsto il taglio retroattivo del 30 per cento per gli incentivi in vigore grazia la meccanismo delle aste e uno stop ai regolamenti edilizi comunali e alle leggi regionali che spingono le rinnovabili in edilizia. Ma anche un limite per gli impianti solari a terra nelle aree agricole per l’accesso agli incentivi che non deve essere superiore a 100 kW per ogni ettaro di terreno, o a 200 kW per ogni ettaro di terreno per gli impianti solari fotovoltaici con fattore di concentrazione superiore a 400. E ancora: un taglio del 30 per cento degli incentivi, con le aste al ribasso per gli impianti oltre i 5 megawatt, il divieto di fotovoltaico a terra per impianti superiori a 1 megawatt.

“Il decreto legislativo ‘blocca-solare’ proposto dal dicastero dell’economia, che vuole porre un ‘tetto’ al fotovoltaico e bloccarne gli incentivi, fa’ andare l’Italia in controtendenza rispetto al mondo intero: così spegneremo il ‘nostro’ sole e tutta l’economia, ancora giovane, che ruota intorno alle rinnovabili. Una mossa in controtendenza rispetto al mondo intero che ormai punta sulla green-economy con grande sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, ma soprattutto rispetto alla politica energetica indicata dall’Unione Europea che si è posta l’obiettivo di almeno il 20% al 2020 di copertura da fonti rinnovabili dei consumi di energia, un obiettivo sostenibile solo con il concorso di tutti i paesi”.

 “Come dichiarato nel nuovo rapporto dell’UNEP (programma Onu per l’Ambiente) investire circa l’1,25% del Pil globale ogni anno nell’efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili, potrebbe tagliare la domanda di energia del 9% nel 2010 e quasi del 40% entro il 2050.

Anche il recente Energy Report, lanciato dal WWF insieme a Ecofys, ha dimostrato come entro il 2050 il fabbisogno di elettricità, trasporti, energia industriale e privata potrebbe essere soddisfatto dalle energie rinnovabili, con un uso solo residuale e isolato di combustibile fossile e nucleare, riducendo così in modo drastico le preoccupazioni sulla sicurezza dell’energia, l’inquinamento e, non da ultimo, per i cambiamenti climatici catastrofici”.

 “Fornire energia sicura, accessibile e pulita nella quantità richiesta richiede uno sforzo globale, simile alla risposta globale alla crisi finanziaria mondiale. Ma i benefici saranno maggiori nel lungo termine e i risparmi dovuti ai costi inferiori bilanceranno tutti i nuovi investimenti in energia rinnovabile ed efficiente entro il 2040; i risparmi, in uno scenario “business as usual”, ammonteranno a circa 4 miliardi di euro, dovuti solo al minor costo dell’energia entro il 2050.

Altri benefici verrebbero dalla diminuzione dei conflitti per la sicurezza energetica, fuoriuscite inquinanti e interruzioni di rifornimento che si verificano quando ci si procura combustibili fossili in esaurimento in zone a rischio politico o ambientale, come dimostrano gli scenari di questi giorni”.

“Con un tetto di impianti incentivabili fino al 2020 vicino alla soglia che si raggiungerà nell’arco di un anno, il fotovoltaico è destinato a chiudere i battenti – accusa Massimo Sapienza, presidente di Asso Energie Future -. Sarebbe il secondo fallimento programmato dopo quello che ha messo in ginocchio l’industria e la ricerca italiane negli anni Ottanta. Dovremmo mandare a spasso 120 mila persone che lavorano, direttamente o indirettamente nel settore”. Anche secondo Giovanni Battista Zorzoli, presidente di Ises Italia Paese “occorre prevedere nuovi e più avanzati target per il 2020 per non rallentare lo sviluppo di un settore che, al di là dei risultati conseguiti in termini energetici, rappresenta ormai una realtà economico-produttiva e occupazionale”. Secondo Zorzoli bisogna “sostituire l’ipotesi di adeguamento triennale degli incentivi con un meccanismo permanente per il loro adeguamento, correlato a parametri certi”.

 


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