Non profit
“E per il mercato siamo vincenti”
La testimonianza di Zanetta, il giovane imprenditore che ha aderito al progetto Lubich
Ventotto anni di età, amministratore delegato della Webert rubinetterie di Novara (80 dipendenti, 30 miliardi di lire di fatturato), Emanuele Zanetta ha cominciato a lavorare nell?azienda paterna quasi dieci anni fa, più o meno nello stesso periodo in cui nasceva ?economia di comunione?. «I miei genitori sin dagli anni Settanta frequentavano il Movimento dei focolari», ricorda, «e quindi l?adesione della nostra impresa ad ?economia di comunione? è stata una scelta pressoché naturale. Poi il caso ha voluto che mi venissero affidati presto incarichi di grande responsabilità e quindi posso dire che la mia attività di imprenditore si è ispirata sin dall?inizio ai valori che essa esprime e che devo dire si sono rivelati determinanti per la crescita dell?azienda».
In che senso? Può fare qualche esempio?
Gli esempi che potrei fare sono numerosissimi. Proprio quando ho cominciato a lavorare, la Webert stava vivendo una delicata fase di passaggio e cioè la sua trasformazione da azienda commerciale in azienda di produzione. Avendo io fatto degli studi tecnici mi fu affidata la responsabilità di sovrintendere all?acquisto dei nuovi macchinari. Così, ogni volta che dovevo scegliere un impianto mi trovavo di fronte al bivio, per esempio, se risparmiare sui costi acquistando però macchine inquinanti oppure fare la scelta contraria. O, ancora, se orientarmi verso processi produttivi, anche tecnologicamente molto avanzati che però avrebbero comportato turni troppo faticosi per gli operai e rischi di licenziamento o, viceversa, non compromettere il buon clima aziendale. E potrei continuare a lungo. Ebbene, profondamente convinto del messaggio che ?economia di comunione? porta avanti, e cioè che ogni scelta debba privilegiare innanzi tutto il rispetto della persona e della natura, non ho avuto la benché minima esitazione su che tipo di decisioni prendere.
E che a quanto pare si sono rivelate vincenti anche in termini di crescita per l?azienda?
Esatto. Perché il rispetto dell?ambiente, un buon clima aziendale sono essi stessi fattori strategici di produzione che consentono, per esempio, di intrattenere rapporti di fiducia con i fornitori i quali sanno che devono fornirci sempre dei prodotti che rispettino degli standard minimi di qualità. Tutto questo si traduce in un prodotto finale di alto livello ben apprezzato dal mercato e quindi, in definitiva, nella crescita dell?azienda e degli utili.
Che voi utilizzate come?
Reinvestendoli soprattutto nell?impresa al fine di creare nuova occupazione. In questo modo, negli ultimi cinque anni, abbiamo assunto oltre 50 persone e, in futuro, contiamo di incrementare significativamente il numero degli addetti.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.