Famiglia
E per il futuro, un videofonino azzurro
Anniversari.Ernesto Caffo racconta Telefono Azzurro.
Cosa farà Telefono Azzurro, ora che è maggiorenne? «Quello che si fa sempre quando si raggiunge la maturità: rifletterà sul percorso fatto e farà nuovi progetti», dice Ernesto Caffo, il neuropsichiatra infantile che nel 1987 ha creato in Italia una delle esperienze più importanti nella storia della tutela dell?infanzia.
Quello che era nato come il ?telefono dei bambini?, in 18 anni si è evoluto fino a diventare un vero e proprio network operativo e di ricerca: i numeri telefonici nazionali di riferimento sono diventati due (1.96.96 per i bambini e 199.151515 per adulti e adolescenti), più il numero di ?emergenza infanzia?, il 114.
Le iniziative e gli interventi sul territorio si sono evoluti di pari passo alle nuove emergenze: dalla violenza domestica all?integrazione degli stranieri, dai progetti di supporto per i piccoli traumatizzati da calamità o guerre, fino alla tutela dei bambini con genitori in carcere. Telefono Azzurro ha sviluppato centri di ricerca sull?infanzia e presidi specialistici. Ha un esercito di volontari, coordinati nel Comitato per il Telefono Azzurro, che supportano le sue attività e realizzano progetti sul territorio. Pubblica un rapporto annuale sulla condizione dell?infanzia e dell?adolescenza che costituisce la bussola per tutte le agenzie istituzionali e le organizzazioni che si occupano d?infanzia. Soprattutto, ha sviluppato una cultura dell?infanzia che prima l?Italia non aveva.
Vita: È abbastanza, professore?
Ernesto Caffo: Abbiamo sempre cercato di rispondere ai bisogni emergenti, è questo che ci ha guidato in tutti questi anni. Ma questo compleanno non ci fa solo guardare al passato, ci dà una tabella di marcia per il futuro. Siamo nati in un periodo in cui in Italia si parlava poco di violenza sull?infanzia, per questo abbiamo voluto dare voce ai bambini e creare un ponte tra il loro bisogno e la risposta di adulti competenti, iniziando un percorso di aiuto all?interno di una rete allargata, che va dalla famiglia alla scuola, dalla comunità al volontariato fino ai servizi sociali. Col tempo, però, ci siamo resi conto che i bambini sono cambiati.
Vita: In che senso?
Caffo: Sono cambiate le strutture familiari e sociali, è cambiato il mondo delle istituzioni. Nel nostro Paese sono entrate tante famiglie di stranieri, sono emerse nuove problematiche sociali e una nuova sensibilità verso i temi dell?infanzia. Questo ci spinge a guardare avanti e a segnalare dove stanno i problemi ancora irrisolti.
Vita: Per esempio?
Caffo: Manca una forma di prevenzione rispetto alle fragilità sociali di cui sono vittime i bambini. Dobbiamo sapere che quando i drammi familiari sfociano nelle cronache, con tutte le sofferenze che ricadono sui più piccoli, c?è stato un black out in quella rete di responsabilità che doveva coinvolgere tutta la comunità. Così, alla fine, si arriva a interventi riparativi estremamente onerosi e spesso, purtroppo, inefficaci. La priorità di Telefono Azzurro è stata proprio quella di rovesciare questo sistema: creare una cultura diffusa di responsabilità, in modo che dai singoli fino a tutte le agenzie del sociale si sviluppi un atteggiamento di cura e di tutela, nei confronti dei bambini, che permetta di prevenire. La cosa oggi è più che mai urgente nei confronti degli adolescenti.
Vita: Gli adolescenti sono più fragili di un tempo?
Caffo: Decisamente. È una fascia d?età che sfugge agli adulti e difficilmente accede ai servizi. Inoltre, gli adolescenti di oggi risentono molto di una mancanza di riferimenti, anche per la velocità di evoluzione dei nostri schemi sociali. I ?codici familiari? tra generazioni si sono molto allontanati: questo provoca smarrimento, un senso di solitudine, una fragilità che in certi casi si può trasformare in marginalità, disagio, disturbi mentali. Ci dobbiamo chiedere perché noi oggi non riusciamo a cogliere queste difficoltà prima che diventino insolubili.
Vita: Il vostro intervento è nato con l?ausilio di un mezzo di comunicazione, il telefono. Adesso le nuove tecnologie corrono molto più veloci?Telefono Azzurro userà la Rete, il videofonino, la chat?
Caffo: Siamo stati tra i primi a guardare ai nuovi media, con una riflessione sia sui pericoli che sulle opportunità che riservavano. Abbiamo sviluppato la Carta di Treviso con il mondo dell?informazione, perché costituiva un passaggio fondamentale di tutela dell?infanzia. Ci siamo focalizzati fin dall?inizio sui pericoli della Rete, sulle insidie e i rischi di violenza e sfruttamento che Internet poteva causare ai minori. E ora stiamo studiando le nuove dimensioni aperte dai telefoni di ultima generazione, che di fatto danno ai nostri figli un accesso alle informazioni e una connettività con il resto del mondo che è molto difficile da controllare. Stiamo ragionando con le compagnie telefoniche anche sulla possibilità di avere dei nostri operatori che parlino con i bambini attraverso le immagini. Tutto questo, però, richiede progettazione, formazione e ricerca molto approfondite: sono le nostre sfide aperte verso il futuro.
18 anni dalla parte dei minori
1987 Nasce Telefono Azzurro
1990 Diventa ente morale e promuove, con Fnsi e Ordine dei giornalisti, la Carta di Treviso per la tutela dell?infanzia nella comunicazione
1992 Nasce il Comitato per il Telefono Azzurro, onlus che coordina su tutto il territorio nazionale circa un migliaio volontari in oltre 35 sedi locali, impegnati a diffondere una nuova cultura dell?infanzia e a sostenere e far conoscere le attività del Telefono Azzurro
1999 Nasce a Roma il Tetto Azzurro, un centro polifunzionale per l?accoglienza, la diagnosi e la cura dei bambini vittime di abuso e maltrattamento
2000 Con Eurispes dà vita al primo Rapporto nazionale sulla condizione dell?Infanzia e della adolescenza
2003 A Telefono Azzurro è affidata la gestione per la fase sperimentale del Servizio Emergenza Infanzia 114
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