Famiglia
E ora scatta la gara a chi è più pulito
"Lazienda americana cambierà davvero pelle, ed essendo leader mondiale del settore costringerà i concorrenti a fare altrettanto. Anche la finanza etica ne avrà vantaggi"
«Un giorno atteso a lungo che può rappresentare una svolta nel capitalismo». Mario Molteni, ordinario di Economia aziendale alla Cattolica di Milano e tra i massimi esperti di responsabilità sociale d?impresa, giudica favorevolmente la decisione della Nike di rendere pubblici i nomi di tutte le aziende fornitrici.
Vita: Professore, chi sono i vincitori di questa ?partita??
Mario Molteni: Io distinguerei tra chi ha vinto e chi vincerà.
Vita: Prego…
Molteni: Ha vinto la società civile organizzata che ha saputo sapientemente far pressione su Nike inducendola ad accogliere le sue istanze sociali. Vinceranno, invece, l?azienda americana, perché innoverà profondamente la propria strategia sociale, e nel complesso l?economia, perché questo evento può rappresentare una svolta nelle dinamiche del capitalismo. Credo infatti che l?effetto imitazione non tarderà ad arrivare.
Vita: D?ora in poi, quindi, nulla sarà come prima?
Molteni: Io penso che siamo di fronte a una decisione che avrà ripercussioni forti sul sistema d?impresa. La Nike è un?azienda leader e quindi rappresenta un punto di riferimento per le imprese di tutto il mondo. Non ha più tanta importanza se la Nike sia giunta a una simile decisione perché costretta dai gruppi di pressione o spontaneamente, per autentica convinzione. Ciò che conta è che non sia una mossa di facciata.
Vita: Quali sono, a suo avviso, le ricadute più immediate che si avranno?
Molteni: L?azienda statunitense ha escluso un certo numero di fornitori. Ciò significa che molti di questi avvieranno un ripensamento delle proprie politiche gestionali e della propria attività. Il ?saldo? finale di questa operazione sarà una più diffusa tutela dei lavoratori nel mondo.
Vita: Crede che adesso anche i competitors di Nike saranno obbligati a intraprendere la stessa strada tracciata dalla loro diretta rivale?
Molteni: Fossi in loro ci penserei seriamente. Credo che siamo davanti a una strada di non ritorno.
Vita: Vuol dire che anche la competizione, per esempio con Paesi come la Cina, si sposterà sul piano della responsabilità sociale?
Molteni: Qui non bisogna cadere in equivoci. Un conto è ricorrere alla csr come barriera non tariffaria. E questa è, secondo me, una soluzione debole. Altra cosa è un movimento teso a innalzare la tutela dei diritti dei lavoratori in Cina, dove non sono sufficientemente salvaguardati. Questa è invece la soluzione forte. Il vero problema, non dimentichiamolo, è la qualità del lavoro in Cina, un Paese dove la stessa Nike ha una miriade di fornitori.
Vita: Quali ripercussioni si avranno anche sul fronte della finanza socialmente responsabile?
Molteni: Se la condotta della Nike influirà in modo virtuoso su quella di altre aziende, allora la differenza tra le imprese socialmente responsabili e quelle che non lo sono sarà molto più netta. Ne consegue che si renderanno disponibili più parametri oggettivi per effettuare lo screening etico delle imprese. A quel punto anche la finanza socialmente orientata ne trarrà vantaggio.
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