Cultura
E ora la compagnia passa alla raccolta
Bilancio positivo per i cinque anni di Cosis che ora punta a catturare la crescente offerta di risparmio responsabile. Parla il nuovo presidente Stefano Zapponini
Non dormire sugli allori, ma riqualificare la propria mission per poter cogliere le tante sfide che oggi una merchant bank etica ha davanti. Coinvolgere gli azionisti in un ruolo più attivo nella gestione della società. Dotarsi di un vero e proprio piano industriale, da realizzare con l’apporto delle più autorevoli società di consulenza. Agire non solo sul fronte delle erogazioni ma anche su quello della raccolta. La Cosis, Compagnia sviluppo imprese sociali, ha solo da pochi giorni rinnovato il proprio vertice (vedi Vita n. 20) e già cominciano a delinearsi le sue nuove strategie.
«Non c’è tempo da perdere, è questo il momento giusto per far compiere un salto di qualità decisivo alla nostra struttura», afferma il neo presidente Stefano Zapponini, «ed è per questo che ci siamo già messi al lavoro per conseguire al più presto l’obiettivo». Perché è il momento più opportuno? «Oggi la finanza etica sta vivendo, perlomeno in termini di interesse che l’espressione suscita, un vero e proprio boom», risponde, «e quindi, mai come adesso, bisogna premere sull’acceleratore per far conoscere a un pubblico, il più vasto possibile, le peculiarità di una realtà come Cosis la cui mission è quella di sostenere il mondo della cooperazione sociale, soprattutto attraverso l’erogazione di crediti vincolati alla capitalizzazione delle imprese sociali e dei loro consorzi, al fine di favorire la creazione di nuovi posti di lavoro». Che in cinque anni di attività, giova ricordarlo, sono stati oltre 2000, a fronte di 311 imprese finanziate per un totale di 405 progetti.
«Oggi però bisogna guardare avanti», aggiunge il presidente di Cosis, «naturalmente tali risultati vanno consolidati e incrementati, ma la società deve saper allargare i suoi ambiti di intervento e puntare decisamente anche alla raccolta. Sono infatti sempre più numerosi i risparmiatori che si dichiarano disposti a investire il loro denaro in modo socialmente responsabile», continua Zapponini, «e noi abbiamo tutte le carte in regola per fare fino in fondo il nostro mestiere di merchant bank. A patto che si verifichino due condizioni fondamentali». Quali? «Innanzitutto, che i nostri azionisti si sentano direttamente coinvolti nel nuovo corso che intendiamo aprire. Che siano, cioè, azionisti attivi, disposti a mettere al servizio della causa le proprie “tecnicalità”».
La seconda condizione, secondo Zapponini, è «che la Compagnia, alla quale, peraltro, presto cambieremo il nome, sappia comunicare meglio e di più con l’esterno».
«Oggi», conclude il presidente, « si vince anche, a volte, soprattutto, grazie a una buona comunicazione e noi non intendiamo certo perdere».
Info: comunica@cosis.it
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