Non profit
E ora il rid può sorridere
Un importante accordo tra Abi e terzo settore
Le vie del fund raising possono essere infinite. Basta mettersi d?impegno, puntare su creatività e competenze, conoscere ciò che accade fuori dai confini nazionali per importare le migliori best practice e confidare in un nutrito gruppo di ?compagni di viaggio? perché, si sa, l?unione fa la forza. Rid anch?io, questo il nome dell?iniziativa di raccolta fondi operativa da lunedì 16 ottobre, nasce così, da simili presupposti.
Infatti, la possibilità per i donatori di organizzazioni non profit di poter fare la propria offerta tramite domiciliazione bancaria Rid (proprio come avviene per pagare le bollette di casa) senza però sostenere alcun esborso a titolo di commissione, è frutto di un coinvolgimento dal ?basso?, cominciato quasi per caso.
«Guardando a come si finanziano le nostre sedi estere», spiega Gabriele Eminente di Amnesty International, promotore dell?iniziativa, «ci è venuta l?idea di provare a introdurre anche in Italia un meccanismo di incentivo alla donazione che permettesse di raggiungere perlomeno un duplice obiettivo: fidelizzare il donatore che ha già sostenuto l?organizzazione; ampliare la platea di potenziali donatori a quelli che, per fare un esempio, 100 euro non li doneranno mai in una volta sola, ma 8 euro al mese sì, a patto di non dovere sostenere altri costi per questa loro scelta».
L?idea è subito piaciuta ad altre sei organizzazioni non profit di primissimo piano nel panorama nazionale e internazionale (ActionAid, Greenpeace, Medici senza frontiere, Save the children, Unicef, WWF): «L?abbiamo trovata particolarmente interessante non solo per via delle risorse finanziarie che in questo modo riteniamo di poter intercettare», afferma Andrea Comollo di ActionAid, «ma anche per la sua valenza culturale, rappresentata dall?intenzione di non voler coinvolgere le banche singolarmente ma di rivolgerci alla loro associazione di rappresentanza, l?Abi. In tal modo si sarebbe potuto gettare un ponte verso un sistema con il quale le potenziali partnership sono davvero molteplici».
è quindi scattata la fase due: l?Abi ha accolto favorevolmente la proposta di sensibilizzare il sistema bancario ad aderire all?iniziativa e con una circolare del 4 agosto inviata a tutti gli istituti associati ne ha spiegato gli aspetti operativi, specificando che a decorrere dal primo settembre gli istituti di credito avrebbero dovuto comunicare con lettera la volontà di adesione di modo che l?Abi avrebbe potuto disporre di un elenco delle banche aderenti da mettere a disposizione dei soggetti interessati.
«Abbiamo accolto subito con favore la richiesta di collaborazione che ci è stata avanzata da realtà importanti del terzo settore», rivela Pierfrancesco Gaggi, vice capo area Servizi di mercato dell?Abi. «Le banche, a dispetto di quanto purtroppo solo di rado appare, sono molto attente a tutto quanto si muove sul fronte dell?economia sociale e civile e, quindi, ci è parso coerente con la nostra mission sensibilizzarle circa le esigenze di raccolta fondi delle associazioni».
Hanno finora aderito a Rid anch?io già un centinaio di banche (pari al 40% degli sportelli nazionali) e una ventina di organizzazioni non profit (tra cui Emergency, Amref, Aifo) attraverso richiesta alla propria banca che offre il servizio di domiciliazione bancaria.
«Ma ci auguriamo che presto aumentino», conclude Eminente, «e tenuto conto del fatto che finora ha funzionato solo il passaparola, mi sento piuttosto ottimista».
Come funziona
Possono aderire a Rid anch?io le ong riconosciute dal ministero degli Esteri, gli enti non profit aderenti al Forum del terzo settore, al Summit della solidarietà, le organizzazioni accreditate presso l?Istituto italiano della donazione. Allo scopo, devono fare richiesta alla propria banca che offre il servizio Rid, sperando che questa rientri nell?elenco Abi delle banche aderenti .
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