Famiglia

E ora apritevi di piu’ al mercato

Intervista a Roberto Maroni sul Terzo Rapporto

di Giampaolo Cerri

Per Roberto Maroni, responsabile del Welfare, il Terzo Rapporto sulla cooperazione sociale è il primo. Le sue competenze di ministro ci sono tutte: dal Lavoro agli Affari sociali. Vita: Ministro, i dati di Cgm raccontano di un mondo in forte espansione. Come valuta questo fenomeno? Roberto Maroni: È indubbiamente positivo che la cooperazione cresca e garantisca una fetta consistente dell?occupazione remunerata nel non profit. La cooperazione sociale è la forma più diffusa e anche la più rispondente allo spirito e alle idealità del volontariato e dell?associazionismo. È la forma più evoluta di non profit, perché oltre a offrire servizi e assicurare sviluppo, ha la capacità di promuovere beni relazionali fra i soci. Cgm continua a rappresentare un fondamentale strumento di collegamento di questo mondo. In questo caso, il contributo del consorzio non si nasconde a quella che appare oggi la maggior sfida che attende la cooperazione: quella di ?stare sul mercato? e non dipendere troppo (come tuttora accade) dalle commesse degli enti pubblici, in una situazione che comporta evidenti rischi di perdita di capacità di innovazione e autonomia. Vita: I volontari continuano a essere numerosi, segno che l?idealità è forte… Maroni: Nel non profit la cooperazione ha, per sua natura, la funzione e la capacità di richiamare agli ideali ispiratori e al valore della gratuità sia i volontari che gli operatori professionali. Recenti statistiche avvertono che il volontariato sta invecchiando: bisognerà avviare campagne di informazione per avvicinare soprattutto le giovani generazioni ed educarle all?impegno gratuito. Vita: Con l?attesa legge sull?impresa sociale il settore rischia la nascita di una concorrenza pericolosa? Maroni: La concorrenza, lo dicevo prima, non va demonizzata. È un fatto positivo, in quanto stimola la competizione e, alla fine, consente benefici, sia in termini di produttività che di qualità dei servizi erogati. La cooperazione sociale è una delle forme di impresa sociale; la più evoluta; perché è stata tra le prime a nascere e diffondersi. Con il disegno di legge delega, abbiamo voluto prevedere forme imprenditoriali alternative. Nello spirito di dare forza e dignità al Terzo settore, di farne un soggetto collocato, senza più confusione di ruoli, fra Stato e mercato. La legge delinea così una nuova forma di non profit, in grado non solo di gestire servizi qualificati, ma anche di offrire e creare posti di lavoro. Il governo, identificando il non profit come impresa, intende fare in modo che diventi sempre più un terzo soggetto, attento ai bisogni della società. In questo contesto la concorrenza tra privato sociale e cooperazione dovrebbe consentire libertà di scelta agli italiani e migliori servizi. Il mondo della cooperazione non ha nulla da temere.


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