Welfare
È on line “Working Age”, la guida per la gestione delle diverse età in azienda curata da Fondazione Sodalitas
Il primo studio del LABORATORIO WORKING AGE disponibile da oggi sul sito della Fondazione. Ramasco (Sodalitas): “Il gap generazionale può essere un fattore competitivo”.
Sono stati presentati il 10 novembre durante il convegno “Le diverse età al lavoro: generazione Y, over 50 e dialogo intergenerazionale”, presso la sede di Accenture, i primi risultati del LABORATORIO WORKING AGE promosso da Fondazione Sodalitas insieme con 8 delle proprie imprese aderenti: Accenture, Banca Popolare di Milano, IBM, Kraft Foods, L’Oreal, Randstad, Telecom Italia e Vodafone Italia.
Avviato nel gennaio 2010, il LABORATORIO WORKING AGE è nato su idea di Fondazione Sodalitas con l’obiettivo di raccogliere informazioni di scenario sulla gestione delle diverse età in azienda, tema che a fronte di un’elevata disoccupazione giovanile e di una difficoltà occupazionale per gli over 50 è di forte attualità. Nello specifico, il LABORATORIO si propone di costruire e comunicare una conoscenza diffusa sul tema, condividere le esperienze che le singole imprese hanno intrapreso su queste problematiche e avviare sperimentazioni su specifici ambiti tematici i cui risultati possano essere condivisi con altre imprese e rappresentanti delle Istituzioni.
Tutte le best practice e i risultati raggiunti dal LABORATORIO WORKING AGE sino ad oggi sono da ora disponibili on line all’interno di una guida scaricabile direttamente dal sito della Fondazione.
“Il posto di lavoro è il luogo in cui ognuno è chiamato a confrontarsi con persone diverse da sé per genere, per livello di scolarizzazione, per le abilità, per nazionalità e, non ultima, per età – ha dichiarato Roberto Ramasco, Consigliere Delegato di Fondazione Sodalitas – Anche dalla capacità di integrare queste diversità dipendono non solo il ‘clima’ aziendale ma anche le possibilità dell’impresa di competere sul mercato”.
In questi mesi di lavoro, le imprese partecipanti al LABORATORIO WORKING AGE si sono confrontate in particolare sui temi della gestione della Generation Y (i giovani nati negli anni ’80), della popolazione over 50 e del dialogo intergenerazionale.
“Dialogo e confronto intergenerazionale costituiscono oggi un valore tangibile per ogni tipo di business, che sia profit o non profit – ha affermato Rodolfo Landini, Direttore Servizi Centrali e Human Capital & Diversity Lead di Accenture. Nella nostra azienda, tale capacità viene quotidianamente interpretata mettendo talento, energia e intraprendenza al servizio di uno sviluppo sostenibile nel lavoro e a fianco dei nostri clienti: ciò è possibile solo attraverso il trasferimento alle risorse più giovani di competenze sempre più mirate e specialistiche, coniugando la più ampia conoscenza con valori etici che consentono di operare le scelte giuste, per far crescere il business e creare solidi riferimenti per le generazioni future”.
All’interno della guida “Working Age” le iniziative di active age management che le imprese hanno già intrapreso sono state suddivise all’interno di tre categorie, definite a seconda delle finalità che si prefiggono:
1. Orientare i giovani nel mondo del lavoro e attrarre in azienda i talenti: ampliare i confini aziendali, incontrare i giovani nel loro “ambiente” attraverso una presenza nelle scuole e nelle università, adattare i linguaggi della comunicazione d’impresa alle caratteristiche degli interlocutori, sviluppare iniziative di employer branding anche interattive, proporre posizioni costruite sul know how di esperienza, che rendano l’azienda attrattiva anche per le fasce più.
2. “Far crescere” le persone in azienda sia in termini formativi che di performance: valorizzare la “age diversity” come elemento centrale della cultura d’impresa, attivare iniziative di scambio generazionale e di cross-fertilization tra giovani e over 50, per dare voce alle diverse età (ne sono esempio il reverse mentoring di IBM; il community meeting di Accenture; la formazione dirigenti d’azienda di BPM; il graduate program di Vodafone).
3. Favorire una migliore integrazione delle persone in azienda coltivando il senso di appartenenza: informare i collaboratori sull’andamento dell’azienda, attivare strumenti di ascolto delle esigenze e dei bisogni per il benessere delle diverse fasce aziendali, sviluppare strumenti di flessibilità per rispondere alle esigenze di giovani e over 50, promuovere il volontariato d’impresa come strumento per includere ad aumentare motivazione e senso di appartenenza di giovani e over50.
Fondazione Sodalitas e le imprese partecipanti al LABORATORIO WORKING AGE intendono promuovere il lavoro svolto insieme impegnandosi a diffondere a livello nazionale i progetti già portati a termine, sviluppando un confronto attivo anche con gli interlocutori istituzionali e cercando la collaborazione e l’integrazione di queste esperienze con il mondo della scuola, affinché questa accresca la propria capacità di intercettare le reali necessità – in termini di competenze e di professionalità – del mondo dell’impresa.
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