Volontariato

È nato il Movimento internazionale Anti-stalking

La realtà ha preso sede a Mantova e si occuperà di contrastare anche la pedofilia

di Redazione

Prendono il via in questi giorni le attività del Movimento Internazionale Anti-Stalking, Anti-Pedofilia e Pari Opportunità, sorto lo scorso aprile e strutturato a partire dalla sede internazionale di Mantova per operare sul territorio internazionale attraverso specifici accordi con gli stati stranieri, nonché sull’intero territorio italiano.

Obiettivo del movimento è di portare un aiuto concreto a donne, uomini e bambini oggetto di abusi e stalking. Tramite protocolli d’intesa, il Movimento attraverso la propria rete collabora con gli organi locali competenti nei vari settori (Prefettura, Questura, Protezione Civile, Asl) e con le organizzazioni e ordini professionali in grado di affrontare le diverse problematicità (assistenza legale, assistenza medica, assistenza psicologica, ecc.) per dare loro supporto nel prevenire azioni dolose, fare in modo che i citati problemi non sfocino in situazioni estreme, oppure per aiutare chi è stato vittima di violenza fisica o psicologica.

Il Movimento è strutturato attraverso la creazione di Centri di Ascolto Regionale a cui fanno riferimento i diversi Centri di Ascolto Locali (c.a.l.), che collaborano con enti e organi locali. All’interno dei c.a.l. uno staff qualificato (che può fare riferimento anche a staff multietnici regionali in caso di coinvolgimento di persone straniere) offrirà un servizio di ascolto 24 ore su 24 e il supporto alle segnalazioni che verranno gestite insieme agli organi preposti.

A coordinare il Movimento è il presidente e fondatore Luca Pullara, con la collaborazione del direttore tecnico Marco Patuzzo edel responsabile della sicurezza Girolamo Dado . Al vertice del coordinamento provinciale di Mantova è Paolo Compagni.

Tra gli strumenti di cui si avvale il Movimento, vi è in particolare un’apparecchiatura portatile chiamata geolocalizzatore. Della dimensione di un palmo di mano, indossabile, dotato di tre tasti con varie funzioni, si tratta di un congegno elettrico localizzabile dalla centrale operativa del c.a.l., che può poi lanciare l’allarme alle forze dell’ordine, nel caso il possessore sia in situazione di pericolo o disagio. Il geolocalizzatore viene fornito a chi ha denunciato violenze o ha denunciato un rischio.

Il movimento in questi mesi ha già raggiunto accordi anche con due stati esteri, la Repubblica dell’Unione di Myanmar e la Polonia, per attivare collaborazioni con le loro istituzioni e forze dell’ordine.

In particolare, in Malesia è già operativa un’importante attività contro l’espianto illegale di organi dai bambini ricoverati negli ospedali locali.

Per promuovere l’esistenza del movimento, a Mantova è previsto un grande evento a scopo di sensibilizzazione che si terrà nelle prossime settimane.


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