Cultura

È nata malango la ong degli stregoni.

Senegal: metodi antichi contro le nuove epidemie.

di Emanuela Citterio

Miracoli dell?Africa e della volontà di guarire. Dove lo scopo è far stare meglio i malati, anche le alleanze più singolari sono benvenute. Come quella tra illustri primari e stregoni tribali che, invece di guardarsi in cagnesco, in molti paesi vanno a braccetto di villaggio in villaggio a visitare i malati di Aids. Malango, cioè ?quel che è necessario?, è il nome di una delle associazioni di guaritori tradizionali che in Africa combatte l?Aids con i propri metodi utilizzando cioè la medicina tradizionale, che da secoli si basa sull?utilizzo delle piante e sulle pratiche rituali, e che è stata sempre più rivalutata e rilanciata dall?Organizzazione mondiale della sanità per la lotta all?Aids. Nella regione di Fatick, in Senegal, a 150 chilometri dalla capitale, Malango riunisce 450 guaritori tradizionali, che lavorano nei 264 villaggi del dipartimento. Naturalmente chi pratica le terapie tradizionali si guarda bene dal promettere la guarigione agli ammalati di Aids, ma l?intervento dei membri dell?associazione si è rivelato efficace per combattere i sintomi della malattia. I guaritori utilizzano polveri, pozioni e decotti e una serie di pratiche rituali che hanno lo scopo di riportare l?equilibrio nel fisico e nella psiche del malato. Dalla fine degli anni 70, l?Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto l?importanza della medicina tradizionale nell?assistenza sanitaria di base e la necessità di includere i guaritori nelle politiche sanitarie. A partire dagli anni 90, la posizione dell?Oms è stata confermata da ricerche che hanno riconosciuto ai guaritori le capacità e le conoscenze per avere un impatto efficace nella prevenzione e nella cura delle malattie, compresa l?Aids. Dall?inizio dell?epidemia si è quindi rafforzata la collaborazione fra la medicina tradizionale e quella ufficiale, praticata nelle strutture sanitarie governative. I guaritori sono stati coinvolti nei programmi per la lotta all?Aids e il loro lavoro si è rivelato importante per combattere molti sintomi della malattia (diarrea, vomito, persino leucemie) alleviando in questo modo la sofferenza dei malati. La ragione di un coinvolgimento così capillare è semplice: in alcune regioni del Senegal c?è un guaritore ogni mille abitanti e solo un medico ogni 100mila. I tre quarti della popolazione senegalese, secondo l?Unesco, si rivolge già ai guaritori tradizionali. Dal punto di vista culturale, inoltre, il loro intervento ha maggiore impatto sulle persone, soprattutto nei villaggi. In alcuni paesi resistono però diffidenze reciproche e il rapporto fra medicina ufficiale e medicina tradizionale assomiglia di più alla contrapposizione fra due mondi antitetici. In Malawi, ad esempio, i medici tradizionali hanno avviato nel maggio di quest?anno la sperimentazione congiunta di alcuni preparati ritenuti idonei alla cura dell?Aids. La verifica di tali farmaci viene condotta su cento pazienti nell?ambito del programma Hadrep (Herbal Aids drug research). La sperimentazione durerà un anno e per il primo semestre sarà condotta in cliniche dove si pratica la medicina tradizionale. Secondo il presidente dell?Hadrep, Christopher Kadzamira, i preparati impiegati nella sperimentazione hanno già dimostrato la loro validità in diversi casi, ma il governo del Malawi continua a sottovalutarne l?efficacia accusando i guaritori di essere precipitosi e di riporre fiducia nei loro preparati prima di averli sottoposti ad analisi di laboratorio. Diversa la situazione in altri paesi ancora dell?Africa subsahariana, dove la collaborazione fra governo e associazioni di guaritori è ormai collaudata: in Swaziland, per esempio, lo scorso anno le autorità hanno approvato un piano quinquennale di collaborazione tra i due sistemi sanitari.


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