Welfare

E l’economia torna ad avere un’anima

Anche negli Usa il pensiero dell’economista indiano è sempre più influente.Tanto che gli si riconosce un impegno non solo teoretico ma pure pratico. E nelle università si comincia studiare la povertà

di Andrea Fiano

«Amartya Sen ha influenzato probabilmente più studiosi nel resto del mondo che negli Usa, ma questo è dovuto anche ai temi che ha trattato. Credo che se avesse solo scritto dei poveri non sarebbe mai venuto né sarebbe stato accettato negli Usa. Il suo contributo è quello di aver trasformato, fra le altre cose, la ?Welfare economics? con molto lavoro formale e la creazione di diversi teoremi come era nella tradizione del pensiero economico». Vivian Walsh, professore di economia al Muhlenberg College in Pennsylvania e, in passato, alla London School of Economics e alla New School for Social Research di New York, è l?interlocutore adatto per capire l?influenza che il nuovo premio Nobel per l?economia ha avuto sul mondo accademico americano perché, oltre alla amicizia personale, ha all?attivo anche un libro, uscito nel ?96, ?Rationality, allocation and reproduction? che dedica diversi capitoli alla ?Welfare economics? e al contributo dello stesso Sen al settore. Walsh, che è appena tornato dall?Italia dove ha partecipato a un convegno dedicato a Piero Sraffa, sottolinea che a Harvard Amartya Sen era professore sia di economia che di filosofia ed è in entrambi i campi che la sua influenza si è fatta sentire: «In campo filosofico Sen è vicino a Hilary Putnam, a cui deve l?arrivo negli Usa, e a John Rawls anche se i due hanno operato in aree parallele come quelle della giustizia e delle questioni sociali». La consegna del premio Nobel pone però l?accento sul contributo di Sen allo studio della fame e della povertà sotto il profilo economico e la sua influenza è quindi netta nel settore della ricerca sui temi dello sviluppo, della povertà e della ?Welfare Economics?, a cui lo stesso Sen ha dedicato, oltre all?attività accademica, anche una forte pubblicistica sulle colonne della ?New York Review of Books? che lo ha trasformato in una sorta di portavoce di questi temi anche per un pubblico non accademico. Su questi temi la sua influenza è sicuramente più marcata nei Paesi in via di sviluppo di cui si è occupato, e quindi anche nelle organizzazioni multilaterali come l?Onu o la Banca Mondiale. Quest?ultima è attualmente uno dei maggiori centri di ricerca mondiale sui temi della povertà grazie a economisti come Masood Ahmed e Michael Walton, ma anche a un vasto lavoro di ricerca e pubblicazione per economisti esterni e al contributo di una speciale divisione, e cioè un network di coordinamento interno sui temi della riduzione della povertà e della gestione economica che coordina gli esperti di tutte le regioni del mondo. È ovviamente impossibile creare delle divisioni artificiali fra settori di ricerca, ma i temi della povertà e quelli dello sviluppo vengono analizzati negli Usa a livello interdisciplinare in molte università, anche se spesso l?accento è più macroeconomico di quello di Sen che peraltro non ha analizzato il quadro americano in modo specifico. Per questo oltre a riconoscere a Amartya Sen una sorta di ruolo di coscienza della professione, negli Usa gli si riconosce un impegno non solo teoretico ma anche pratico sui temi che ha affrontato. Il tema della povertà, e quindi l?analisi economica in materia, sono al centro dell?attività di almeno due centri di ricerca universitaria di una certa importanza. Il primo è l?Irp, cioè il centro per la ricerca sulla povertà, della università del Wisconsin a Madison, che ha come obiettivo ?lo studio delle cause e delle conseguenze della povertà e della ineguaglianza sociale negli Usa? ed è uno dei soli due centri designati dal Dipartimento americano della salute e dei servizi sociali, cioè l?equivalente del nostro ministero della sanità. Nel gruppo di Madison si organizzano seminari, come quello recente sul rapporto fra mobilità sociale e povertà, e conferenze con un occhio anche ai problemi del territorio circostante. Nel comitato accademico che guida il centro ci sono diversi nomi di rilievo per l?università americana come quelli di Sheldon Danziger, del Centro di ricerca e analisi sulla povertà dell?università del Michigan ad Ann Arbor, dove esiste un centro studi interdisciplinare anche nell?ambito della scuola di assistenza sociale, e Ronald Ferguson della Kennedy School of Government di Harvard. L?altro centro di riferimento per gli studi del settore è quello congiunto della Northwestern University e della Università di Chicago, il Jcpr, che ha una struttura e un ruolo simili a quelli dello Irp. Al di là del mondo universitario e delle strutture organizzate, il dibattito e l?analisi vanno avanti negli Usa anche nel mondo delle riviste specializzate. In questo senso va segnalato il ?Journal of Poverty? della Ohio State University che è di taglio analitico e militante al tempo stesso e che recentemente si è occupato in modo particolare della povertà nelle riserve degli indiani d?America come nel caso di un recente saggio di Paul Miller, della università del Montana, sulla fame nelle sette riserve indiane del Montana. Ed è certamente nello stile di Sen il premio che l?organizzazione Why, World Hunger Year, ha presentato nei mesi scorsi per ?l?impatto sul tema della fame, della povertà e della capacità di gestire se stessi? a LeLan Jones e Lloyd Newman, due teenager di Chicago che hanno descritto nel libro ?Our America? la loro vita in uno dei ghetti della città. La dittatura dell?economia liberista è ormai finita.

Amartya Sen

Chi è
Nasce in Bengala, nel 1933. Laureatosi a Cambridge a 21 anni, cominciò molto presto a dedicarsi all?insegnamento universitario presso alcuni dei più celebri atenei del mondo: Cambridge, Nuova Delhi, London School of Economics, Oxford, Harvard. È stato sposato con l?italiana Eva Colorni, scomparsa nel 1985.
Dove insegna
Da oltre dieci anni, insegna Economia e Filosofia morale ad Harvard (unico caso nella storia delle università americane, di titolare, contemporaneamente, di queste due cattedre, in due dipartimenti diversi).
Le sue idee
L?economia è come un motore: se ne possono conoscere tutti i pezzi, ma non va da solo. È una questione di responsabilità, di scelte, di guida. I codici morali di comportamento dei singoli risultano determinanti nel conseguimento del successo economico, al di là del ruolo svolto dalla mano invisibile del mercato.


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