Non profit
E le aziende non profit incalzano il governo
Sostegni e finanziamenti agevolati, già dalla prossima legge Finanziaria. Per potersi sviluppare e creare nuovi posti di lavoro. Daccordo anche cento parlamentari
di Marco Piazza
Per antonomasia, e adesso anche per legge, il Terzo settore si occupa di utilità sociale. Perciò, ora che l?obiettivo numero uno del governo è la lotta alla disoccupazione, si propone come soggetto che offre nuovi posti di lavoro. E approfitta del sostegno di un centinaio di parlamentari per fornire a Prodi e soci una opportunità concreta. Un messaggio chiaro, quello uscito dal convegno ?Impresa sociale e nuova occupazione?, svoltosi a Roma il 17 luglio scorso. La proposta è quella di inserire, già nella prossima Finanziaria, le misure e gli interventi che permettano alle imprese sociali di creare nuovi posti di lavoro. Tale sostegno si dovrebbe ispirare, nelle intenzioni dei proponenti, a quello previsto dalla legge 44 per l?imprenditorialità giovanile e consentirebbe in sostanza nella possibilità di accedere a finanziamenti e linee di credito agevolati che permettano alle imprese sociali di auto svilupparsi, sfruttando anche reti consortili. «Queste sono le misure proposte per l?immediato», afferma il portavoce del Forum del Terzo settore, Franco Marzocchi, «nel futuro ci sarà bisogno anche di una legge ad hoc».
Il mondo della cooperazione sociale, che nel 1998, secondo una proiezione del Consorzio Gino Mattarelli, darà lavoro a 127.500 soci di cui 17.500 sono persone svantaggiate inserite nelle coop sociali di tipo B, è oggi in grande fermento perchè direttamente coinvolto nella riforma del collocamento obbligatorio e dello statuto del lavoratore sociale, per eliminare i rischi, denunciati da Cofferati, di sfruttamento all?interno delle coop sociali. Per Carlo Borgomeo, presidente dell?Ig, tale rischio esiste, «ma non è giusto bloccare tutto per questo, anche perchè un?alternativa non c?è». Secondo Augusto Battaglia, che nel convegno ha parlato a nome del tavolo dei parlamentari, «Sviluppo Italia, la nuova agenzia prevista dal governo per creare occupazione, deve coinvolgere anche le imprese sociali».
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