Il vento statalista soffia anche sulla Puglia. La giunta guidata da Nichi Vendola intende, infatti, riportare sotto l’ala della Regione i servizi del settore sanità affidati in appalto all’esterno. Prestazioni come, ad esempio, la pulizia, le mense, le portinerie o il trasporto del 118, attualmente gestiti da imprese del terzo settore o profit, potrebbero essere internalizzate. Il motivo? Controllare e aumentare l’efficacia organizzativa delle aziende sanitarie locali, ha spiegato l’assessore alla Sanità, Tommaso Fiore. Le Asl avranno a disposizione tre vie: le società in house (affidamento diretto), le società miste pubblico-private, le società di sperimentazione gestionale. Queste ultime sono la vera novità del provvedimento. Si tratta di organismi di diritto pubblico che potrebbero stabilizzare, attraverso l’assunzione, il personale attualmente in servizio presso le imprese e le cooperative. Secondo una stima della Regione, gli operatori occupati in società esterne sono 7.600 mentre il budget di spesa per gli affidamenti nel settore sanitario sfiora i 310 milioni. Preoccupata Legacoop, che sarebbe costretta a licenziare mille dipendenti. La Regione, tuttavia, prevede una corsia preferenziale per il non profit nella scelta dei partner delle società miste.
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