Famiglia

È la nuova priorità. (Anche se la Cgil non vuole capirlo)

Raffaele Bonanni. Le proposte Cisl per la famiglia

di Maurizio Regosa

«Abbassare le aliquote, spostare la tassazione dai redditi
ai consumi, puntare sull’assegno familiare» «Non c’è riforma istituzionale più importante di quella che riguarda il fisco e la famiglia. Mentre le altre riforme alla fine riguardano il ceto politico, questa riguarda il rapporto fra il cittadino e lo Stato». E l’innovazione proposta da Raffaele Bonanni, leader della Cisl, si riassume così: abbassare le aliquote, spostare la tassazione dai redditi ai consumi, introdurre un forte sostegno alle famiglie a reddito medio e basso, anche attraverso un assegno. «Penso», prosegue il segretario generale, «che si debba lavorare in modo alacre tutto l’anno per realizzare una riforma condivisa».
Vita: Però non è ancora in calendario?
Raffaele Bonanni: Difficilmente il governo potrà sottrarsi. Se lo farà pagherà un prezzo enorme. Noi stessi che, come tutti sanno, siamo per fare accordi, scateneremmo una battaglia. Ma non penso accadrà: la discussione è andata troppo avanti.
Vita: Che tempi prevede?
Bonanni: Deve concludersi entro quest’anno. Non voglio dare aut aut, ma non avrebbe senso fare una cosa lunghissima che dà l’impressione alla gente di una volontà sfuggente.
Vita: Intanto i fondi per la famiglia della Finanziaria 2009 sono scomparsi in quella del 2010. Sono andati agli ammortizzatori sociali.
Bonanni: Una decisione che non ha avuto l’appoggio dei sindacati. Noi abbiamo chiesto di far fronte alla crisi, alle difficoltà che la crisi avrebbe potuto provocare nel corpo sociale e in particolare nelle famiglie. Alcuni parlavano di innalzare l’indennità di disoccupazione, la Cisl fu contraria. A noi interessava che si mantenesse il legame con l’azienda. Se in Italia ci sono meno disoccupati rispetto alla Francia, ad esempio, lo si deve a questa politica lungimirante.
Vita: Avete puntato sui contratti di solidarietà.
Bonanni: Abbiamo costruito per la prima volta dal dopoguerra un sistema che estende gli ammortizzatori in deroga a chi non ne aveva. Poi abbiamo allungato i tempi di copertura della cassa integrazione ordinaria e rafforzato notevolmente la copertura economica e la normativa di gestione dei contratti di solidarietà.
Vita: Però sono state usate le risorse prima destinate alla famiglia.
Bonanni: Oggi stiamo rilanciando una grande battaglia fiscale che riguarda i salari, le pensioni, le famiglie. Al centro c’è la richiesta di un sostegno fortissimo a favore della famiglia. Non è un caso che lo faccia la Cisl: è da sempre vocata a una attenzione particolare sulla famiglia, che è oggi più che mai un ammortizzatore insuperabile. È grazie ad esso che molte difficoltà sono state risolte e si è riusciti a contenere i tanti contraccolpi della crisi. Non a caso abbiamo chiesto una revisione radicale della normativa fiscale. Riteniamo che lì siano le risorse maggiori del Paese, a cominciare dai figli, ma anche che lì siano le debolezza maggiori e che quindi lì occorra insistere.
Vita: Per questo proponete l’assegno familiare?
Bonanni: Riteniamo ci debba essere un criterio che valuti la condizione della famiglia e che si debbano concentrare l’attenzione e l’aiuto fiscale verso quelle famiglie che hanno più figli, che hanno figli disabili, e in cui le donne lavorano. Ci sono troppi provvedimenti frammentati: crediamo li si debba concentrare per dar loro più efficacia e più trasparenza.
Vita: Per la verità le associazioni familiari sostengono che ci sono troppo pochi provvedimenti. Persino sulle tariffe ci sono sporadiche iniziative non di sistema.
Bonanni: Appunto. Non di sistema. Alla fine viene meno l’efficacia. Siamo per unificare il tutto e dare una forza fiscale alla famiglia in quanto tale. In modo tale da costruire uno strumento che si attagli e premi sostenendola questa condizione. Anche Tremonti, mi pare, sia interessato. Stiamo lavorando perché si vada verso questa direzione.
Vita: Meglio l’assegno del quoziente?
Bonanni: Il quoziente familiare darebbe soldi anche a chi ha un reddito molto alto. È chiaro che bisogna pensare in primo luogo a garantire i redditi bassi e medi. Ma sono interessato al quoziente. Siamo convinti che vada misurato il reddito familiare, non del singolo. Bisogna però avere le risorse, e lo sforzo che un sindacato responsabile deve fare è proprio quello di non portare avanti richieste impossibili.
Vita: La Uil ha lanciato segnali. E la Cgil?
Bonanni: Loro, su ogni argomento, chiedono di più. E a fondi illimitati.
Vita. Intende dire che la Cgil rilancia di continuo?
Bonanni: Quando andremo al dunque rilanceranno con le richieste per i singoli. È una vecchia storia. Stavolta però sono convinto che la grande maggioranza degli italiani sia persuasa della necessità di premiare la famiglia.
Vita: Gli italiani sì, e la classe dirigente?
Bonanni: Ci sono resistenze ideologiche sulle cose che stiamo dicendo.
Vita. Insomma la Cgil non vi segue?
Bonanni: Per adesso non si è espressa. Ma la loro scala di priorità non sembra quella che sto indicando io.
Vita: Quale potrebbe essere una soglia minima e realizzabile per un assegno familiare?
Bonanni: Bisognerà anche vedere il confronto con il governo. Come dicevo, ormai l’esecutivo non può tornare indietro ma è un terreno molto scivoloso. Basta un nonnulla per bloccarsi. Quello che sottolineo è che noi non puntiamo a una modifica singola. Riteniamo che la riforma fiscale vada fatta integrale. Perché questo sistema fiscale è vecchio.
Vita: E sulla conciliazione tra lavoro e famiglia?
Bonanni: Oltre che mediante la riforma fiscale va affrontata anche attraverso soluzioni contrattuali e il secondo livello di contrattazione. Oggi le Pmi non riescono a fare massa critica. Il problema potrebbe essere risolto con accordi fra le diverse aziende e territorialmente. Se fai la contrattazione a livello solo aziendale non ce la fai: le imprese sono troppo piccole.


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