Mondo
E la commissione finì davanti al tar
adozioni. Il braccio di ferro tra enti e Cai / A citarla è stato lAnpas, dopo due dinieghi immotivati a operare in Cina. Cresce lattesa per la delega governativa
Alla Presidenza del Consiglio, agli Esteri o al neonato ministero della Famiglia? In attesa di conoscere il soggetto istituzionale che ne sarà competente, il mondo delle adozioni internazionali si interroga sul suo futuro. «Possiamo definire al collasso il sistema in Italia», si legge in una lettera che Gianfranco Arnoletti, presidente Cifa e portavoce del coordinamento di enti autorizzati Cea, ha indirizzato nei giorni scorsi a Prodi. «Abbiamo bisogno, egregio presidente», prosegue il messaggio, «di un forte segnale politico che riguardi l?aspetto etico, l?attenzione verso le sempre più numerose problematiche e l?istituzione di un sottosegretariato alle adozioni».
Richiesta già avanzata da altre grandi realtà dell?adozione, come l?AiBi, a cui, per ora, la Presidenza del Consiglio non ha dato riscontri. Per questo, forse, l?attesa sull?attribuzione della delega, che potrebbe giungere già questa settimana, è forte e divide le organizzazioni. «A mio avviso la vera svolta ?di peso? potrebbe essere l?affidamento della delega agli Esteri», commenta Arnoletti. «Si tratterebbe di una scelta più rispondente all?emergenza che le adozioni vivono sul fronte dei rapporti con i paesi stranieri».
Situazione complicata dalla (più volte denunciata) «inadeguatezza politica» della Commissione adozioni internazionali, la cui presidente, Roberta Capponi, dovrebbe restare in carica ancora tre anni ma è stata nominata dal precedente esecutivo.
Con la Cai, in questi ultimi mesi, molti enti hanno avuto problemi. «Noi abbiamo avviato un ricorso al Tar del Lazio dopo un doppio diniego di autorizzazione a operare in Cina», denuncia Luigi Negroni, responsabile adozioni di Anpas. «è allucinante dover ricorrere alla giustizia amministrativa per poter lavorare, ma visto che le motivazioni della Cai sono state prive di riferimenti giuridici e anche di buon senso, abbiamo deciso di procedere», prosegue Negroni che, sul fronte deleghe, aggiunge di vedere più adeguato, in termini di omogeneità e attenzione, il ministero della Famiglia, «salvo poi rafforzare il coordinamento con il Mae, che in questi anni si è tenuto parecchio defilato dal settore».
«è vero, ma la necessità di svolgere una politica estera più efficace sui temi dell?infanzia e delle adozioni ci fa preferire la Farnesina», ribatte Graziella Teti, del Ciai. «Speriamo in un cambiamento forte. Anche perché nel nostro paese, oggi, su questo tema non c?è solo l?emergenza dei numeri, ma anche della cultura dell?accoglienza e del valore dell?adozione».
Siti istituzionali: www.commissioneadozioni.it; www.governo.it.
Siti associativi: www.cifaadozioni.org; www.ciai.it; www.anpas.it; www.aibi.it
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