Politica

E l’ateneo di Reggio costruisce ponti sul mare nostrum

Il rettore Alessandro Bianchi illustra il profilo dell’università: «Siamo forse marginali rispetto all’europa ma al centro del mediterraneo».

di Redazione

Vocazione: creare ponti attraverso il Mediterraneo. Metodo: l?incontro tra studenti e la collaborazione con le imprese locali. Risultato: un esperimento di integrazione, capace di stimolare un territorio ?difficile? per situazione occupazionale e criminalità e in grado di diffondere la cultura della legalità. Ecco l?identikit dell?università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria. La ?visitiamo? accompagnati da una guida d?eccezione: il rettore Alessandro Bianchi. Studium: Rettore, ci presenti il suo ateneo: com?è la popolazione universitaria? Alessandro Bianchi: Dunque, l?università di Reggio Calabria nasce nel 1982, dalla trasformazione di un istituto universitario in ateneo. Oggi, conta circa 10mila studenti. Vanta una rilevante percentuale di studenti stranieri (circa il 5%), soprattutto provenienti dai Paesi con i quali abbiamo rapporti bilaterali o programmi di studio: Tunisia, Algeria, Marocco, Egitto. Studium: Qual è la ?mission? dell?ateneo? Bianchi: L?abbiamo ridiscussa e ridefinita circa sei anni fa, sottolineando innanzitutto la sua vocazione ?mediterranea?. Da qui il nome: università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria. Ci siamo resi conto che Reggio può essere in una zona marginale rispetto all?Europa, ma si trova al centro del Mediterraneo. E così abbiamo impostato la didattica, con l?obiettivo di diventare un centro culturale e scientifico per tutta l?area. Studium: In che modo? Bianchi: Attraverso rapporti con altri atenei che si affacciano sul Mediterraneo. A Rabat abbiamo un corso di architettura del Mediterraneo. Studiamo la pianificazione delle oasi maghrebine come sistema di difesa della costa e del mare. Abbiamo diversi rapporti con le università del Cairo e di Istanbul. E poi c?è la formazione post universitaria, i master e i dottorati di ricerca con le università di Tunisi, La Villette (Parigi) e Barcellona. Sono tanti gli studenti stranieri che decidono di venire a Reggio Calabria per fare un master o un dottorato. E sarebbero molti di più se avessimo la possibilità di sostenerli economicamente: perché è quello il problema. Studium: Ma quali possibilità concrete di lavoro hanno gli studenti italiani e stranieri che frequentano l?ateneo? Bianchi: Gli stranieri che vengono a studiare qua, rientrando nei loro paesi ricoprono ruoli importanti nella pubblica amministrazione e nel settore privato. Tra l?altro, da questi Paesi c?è una richiesta di alta formazione enorme. È un trampolino di lancio sicuro. Per gli italiani, c?è da dire che il mercato del lavoro è piuttosto asfittico, soprattutto qui in Calabria. Per chi decide, invece, di andare là, nei paesi in via di sviluppo, le possibilità sono le stesse che hanno gli stranieri e, forse, di più. Studium: Che impatto ha avuto l?università nel tessuto sociale del territorio? Bianchi: Enorme. Fino a 30 anni fa non c?era l?università in Calabria. Ciò significa che tutti i giovani che volevano studiare dovevano andare fuori (Messina, Roma e Napoli). Questo aveva creato una situazione di sradicamento notevole. Ora, le tre università calabresi ospitano circa 60mila studenti. Il patrimonio di ricchezze umane della Calabria rimane qui. Questo, logicamente, si scontra con un mercato del lavoro povero e un ambiente di vita difficile. Ma l?università ha favorito anche il crearsi di una cultura aperta, che pensa all?integrazione, cosa che d?altra parte, è un po? nel dna della gente. Qui il leghismo non è proprio di casa. Studium: Può farci un esempio d?integrazione? Bianchi: Badolato, un paese della fascia ionica. Fino a pochi anni fa era soggetto a svuotamento (tanto che il sindaco aveva proposto di venderlo…). Poi si è insediata una comunità di migranti, e le istituzioni li hanno aiutati. Hanno curato, con loro, un progetto di ristrutturazione di edifici e anche di attività. E ora, il risultato è una comunità integrata e produttiva, anziché emarginata e guardata a vista. Studium: Ha già definito la realtà sociale calabrese come ?asfittica? e difficile. Cosa fa l?università per ridurre il fenomeno disoccupazione? Bianchi: Innanzitutto crea condizioni occupazionali nel fornire figure professionali sempre più specializzate. Da qualche anno, poi, stiamo cercando di far incontrare imprese e università, proponendo iniziative e ricerche per alzare il ?tono? delle imprese locali. Cerchiamo di capire di che tipo di figure professionali hanno bisogno le aziende e convincere i responsabili a investire in innovazione. Così nascono i punti ?Unimpresa?, luoghi fisici dove, alla presenza di esperti, si incontrano giovani e rappresentanti delle imprese. Inoltre, abbiamo avviato alcuni ?incubatori d?impresa? facendo collaborare giovani laureati con aziende, attraverso la costituzione di ?imprese terze? o cooperative. Studium: E sulla legalità? Bianchi: Innanzitutto proviamo a insegnarla sui banchi, a Giurisprudenza, e non solo. E poi il mio ateneo cerca di essere una presenza militante sul territorio. Nel recupero dei centri aspromontani, per esempio, e attraverso una collaborazione stretta con la Prefettura. Cerchiamo di essere un punto di riferimento per far crescere la legalità e l?appartenenza allo Stato. L’università per stranieri La Dante Alighieri accoglie studenti da tutto il mondo Ma l?università diretta dal professor Bianchi non è l?unica a gettare ponti tra Reggio Calabria e il Mediterraneo. Dal 1984, l?università per stranieri Dante Alighieri, la terza in Italia, accoglie studenti da tutto il mondo. Dall?Albania allo Zaire, passando per Australia, Cuba e Giappone. Si studiano la lingua e la cultura italiane ma anche la letteratura calabrese, la cucina e il linguaggio eno-gastronomico, in un corso di cucina nazionale-regionale-internazionale che si chiama Cunri. Il tutto, all?insegna del «reciproco rispetto e dell?autentica comprensione tra i popoli». L?università per stranieri di Reggio Calabria si rivolge anche a docenti italiani proponendo corsi avanzati per l?insegnamento della lingua a stranieri. L?arrivo di studenti stranieri (sia europei che extraeuropei) è favorito dall?assegnazione di borse di studio e buoni studio (da parte dell?università ma anche della Regione Calabria e del ministero degli Esteri) e dalla disponibilità di studentati e appartamenti per studenti, gestiti dall?associazione Cts – Mediterraneo. di Daniela Verlicchi


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