Sostenibilità
È iniziata la vendemmia, ma non è anticipo record
Dopo il caldo record di luglio, oggi in Franciacorta si è iniziato a vendemmiare. È la seconda più precoce dal dopoguerra, nel 2003 si iniziò il 2 agosto. Coldiretti stima un aumento della produzione, ma occorre attendere l'andamento climatico delle prossime settimane per confermarlo
di Redazione
È iniziata la vendemmia, da oltre un decennio mai così presto. Ma non è record. Lo sottolinea la Coldiretti ricordando che le condizioni climatiche con il grande caldo hanno accelerato i processi e anticipato la raccolta 2015 che però si classifica come la seconda più precoce dal dopoguerra, seconda solo a quella del 2003, l’anno di una storica siccità, quando iniziò il 2 agosto.
In Italia la vendemmia parte con le uve pinot e chardonnay in un percorso che – precisa la Coldiretti – proseguirà a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si concluderà addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nebbiolo e Nerello.
Quest’anno la produzione è stimata in aumento di almeno il 5% rispetto al 2014, per un totale atteso di circa 44 milioni di ettolitri. Tuttavia, avvisa la Coldiretti, le sue stime saranno progressivamente definite perché molto dipenderà dalle prossime settimane in cui si inizierà a raccogliere tutte le altre uve e dall’andamento climatico del settimane precedenti la raccolta. In ogni caso lo stato fitosanitario dei vigneti è in tutta Italia molto buono con assenza di situazioni di criticità e la qualità attesa è superiore a quella dello scorso anno. Le temperature record di luglio hanno però fatto aumentare l’impegno ed i costi dei viticoltori che – spiega la Coldiretti – per scongiurare il rischio siccità che inizia a farsi sentire in diverse zone hanno dovuto intervenire con mirate irrigazioni di soccorso specie nei vigneti più giovani.
«La decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale anche attraverso l’integrazione di categorie come giovani, donne e immigrati che in questo momento hanno maggiori difficoltà nell’accesso al lavoro», ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. La ricaduta occupazionale riguarda sia per le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio.
Coldiretti precisa che se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40% ai 332 vini Doc e ai 73 vini Docg, il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola. Nel primo quadrimestre del 2015 le esportazioni sono intanto aumentate del 6% in valore, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, con il risultato che oltre la metà del fatturato realizzato dal vino quest’anno sarà ottenuto dalle vendite sul mercato estero.
Con l’inizio della vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da occupazione a 1,25 milioni di persone. La vendemmia 2015 – ricorda la Coldiretti – coinvolgerà 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole dove quest’anno rispetto al passato con la crisi si prevede la presenza di un maggior numero di italiani, soprattutto giovani, rispetto agli extracomunitari, come confermano le richieste di lavoro.
Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.
Foto in apertura di OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images
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