Cultura
E in pista al Vigorelli Fabrizio tenta il record
Da 15 anni Fabrizio Macchi fa sport agonistico, e ha conquistato 76 medaglie doro in diverse discipline. «Perché lo faccio? Per dare coraggio a quelli come me»
«Lo faccio soprattutto per me stesso, per mettermi in gioco. Non voglio dimostrare niente a nessuno, se non che lo sport è una delle cose che può aiutare un disabile a guarire. Sfruttare le mie prestazioni sportive può essere un modo per far capire alla gente che bisogna darsi da fare. Chi è sano deve rimboccarsi le maniche e deve farlo proprio perché è più fortunato di noi. Chi non lo è deve capire, invece, magari anche grazie al mio esempio, che bisogna trovare dentro se stessi la forza per combattere ogni giorno. E per vincere la propria battaglia». Ecco cosa conta davvero nella vita di Fabrizio Macchi, il ventottenne di Varese, grande amico di Alberto Tomba, che in 15 anni di agonismo si è aggiudicato ben 76 medaglie d?oro: trofei conquistati in diverse discipline, dal canottaggio allo sci, dall?atletica leggera alla maratona; competizioni vinte a livello regionale ma anche internazionale. Da adolescente ha avuto un cancro, ha subito l?amputazione di una gamba e ha un polmone malconcio, ma non ha rinunciato a vivere.
Fabrizio oltre ad essere ottimista è un tipo che non si arrende mai: studia come fisioterapista, lavora in Comune e si allena tre ore al giorno. E adesso si appresta a stabilire il nuovo record dell?ora in sella alla sua bicicletta. E spiega: «L?importante è battere il chiodo per cambiare la mentalità della gente. Insegnare ad avere meno compassione e più rispetto, non solo per gli atleti come me, ma per tutte le persone disabili». Non a caso il giovane atleta che il 4 ottobre alle ore 10.30 al Velodromo Vigorelli di Milano tenterà di battere appunto il record dell?ora, devolve in beneficenza all?Airc (Associazione Italiana Ricerca cancro) l?eventuale ricavato proveniente dall?iniziativa, il cui ingresso è libero. Ora Fabrizio attende l?applauso più grande: quello del pubblico.
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