Non profit
E il verbo di Sen incantò il Pirellone
Straordinaria lezione del Nobel sulla sussidiarietà
di Redazione

«Se andiamo a fondo della natura delle vite umane, la libertà di scegliere dà un grosso contributo al nostro benessere». È partito dalle radici Amartya Sen, premio Nobel per l’Economia, invitato a tenere una lezione a Milano ai dirigenti del sistema regionale lombardo organizzata da Eupolis, l’Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione. Una lezione che ha lasciato un segno profondo in tutti gli interlocutori (presente, tra gli altri, il governatore Roberto Formigoni) per la chiarezza della prospettiva indicata. Sen, che oggi è docente di Economia e Filosofia alla Harvard University, ha insistito molto sul valore “operativo” della libertà: «Ci rende responsabili di quello che facciamo. La libertà di agire non è solamente un valore, ma è anche qualcosa che conferisce un più alto grado di responsabilità, perché conferisce anche degli obblighi».
Altra parola chiave della lezione è stata sussidiarietà: «L’idea della sussidiarietà», ha spiegato Sen, «non è una nozione specificatamente europea. La partecipazione al livello più decentrato infatti è essenziale. Questo lega l’idea della sussidiarietà a quello di democrazia e, in particolare, alla valutazione della democrazia. Per essere sicuri che la giustizia non è stata violata, occorre concentrarsi su ciò che le persone stanno ottenendo dai sistemi economici, politici e sociali. Data l’importanza dell’interesse umano, di cura e di iniziativa, questo richiede non solo la decentralizzazione al livello dell’organizzazione, ma anche la decentralizzazione al livello dell’azione, delle politiche e delle scelte».
Non è mancato un giudizio su come il principio di sussidiarietà è stato applicato in Regione Lombardia. «Qui», ha detto Sen, «la sussidiarietà è metodo di governo adottato con grande chiarezza, e la sua applicazione va ben oltre il focus dell’Unione europea sul decentramento politico. A un osservatore esterno non può sfuggire il ruolo estensivo della sussidiarietà in Lombardia: non è vista come una priorità solo politica, come accade nella Ue, ma come un tentativo di integrare economia, politica e questioni sociali incentrato sul primato delle iniziative e delle decisioni prese non al centro ma ai livelli della produzione e della fruizione sociale, che sono diffusi tra le persone, le comunità e l’imprenditoria».
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