Cultura

E il papa, raccontando di Gesù, ha finito per parlar dell’africa

In libreria dal 16 aprile scorso, prima parte di un’opera teologica di grande spessore in due volumi che sarà tradotta in venti lingue...a cura di, Giulio Albanese

di Redazione

In libreria dal 16 aprile scorso, prima parte di un?opera teologica di grande spessore in due volumi che sarà tradotta in venti lingue, il Gesù di Nazaret di Benedetto XVI offre numerosi e suggestivi spunti di riflessione sia dal punto di vista della missione ?ad gentes? – in particolare in relazione al ?Regno di Dio? – sia per quanto concerne il fondamento della solidarietà evangelica. D?altronde lo scopo principale dell?opera – che rispecchia la ricerca personale del ?Volto del Signore? da parte del Papa – è proprio quello di «favorire nel lettore la crescita di un vivo rapporto» con Gesù Cristo (p. 20), anche se, per volere stesso dell?autore, lo scritto non ha una valenza magisteriale come nel caso dei tradizionali documenti pontifici.

È comunque importante precisare che il Papa, conservando quella vena scientifica che ha sempre contraddistinto la sua letteratura teologica prima dell?ascesa al soglio petrino, dimostra con grande efficacia come nel testo biblico si trovino condensati tutti gli elementi per affermare che il personaggio storico Gesù Cristo è anche effettivamente il Figlio di Dio venuto sulla terra per salvare l?umanità di ieri, di oggi e di sempre. Pertanto, da una parte il libro rappresenta un?illuminata introduzione ai principi del Cristianesimo, consentendo al lettore di lasciarsi permeare dalla novità del messaggio evangelico; dall?altra vi è lo sguardo del pastore indirizzato verso il ?presente? in cui vive immersa l?umanità di questo primo segmento del terzo millennio.

Il discorso della montagna
Avvincente, in particolare, la riflessione sul Discorso della montagna (cap. 4) in cui le Beatitudini costituiscono i punti cardine della nuova legge, uno straordinario autoritratto di Gesù, Figlio di Dio. A questo riguardo, nell?opera ratzingeriana vi è anche la costante preoccupazione di attualizzare il messaggio evangelico in rapporto alle istanze dello Spirito.

Per esempio, nella meditazione sulle tentazioni di Gesù si evince l?insegnamento che mette in guardia gli uomini e le donne del nostro tempo nel cedere alla lusinga di risolvere i problemi del mondo badando solo agli aspetti materiali: questa, è bene rammentarlo, era la promessa del marxismo – «trasformare il deserto in pane» – che poi alla prova dei fatti s?è rivelata fallimentare. Per non parlare, sull?opposto versante ideologico, degli «aiuti dell?Occidente ai Paesi in via di sviluppo, basati su principi puramente tecnico-materiali che non solo hanno lasciato da parte Dio, ma hanno anche allontanato gli uomini da Lui con l?orgoglio della loro saccenteria?» (cap. 2). Tali aiuti, rammenta il Papa, «hanno messo da parte le strutture religiose, morali e sociali esistenti? Credevano di poter trasformare le pietre in pane, ma hanno dato pietre al posto del pane» (cap. 2). E la domanda «Ma chi è veramente il prossimo?», posta dalla parabola del Buon Samaritano diventa lo spunto per riflettere sulle responsabilità del colonialismo e sugli errori commessi dal cosiddetto Primo mondo nei confronti del Terzo mondo, o sull?alienazione dell?uomo che pure vive nell?abbondanza dei beni materiali (cap. 7).

Una storia spogliata
Il Pontefice denuncia, in particolare, le responsabilità dell?Occidente per le condizioni di povertà in cui versa buona parte del continente africano e sprona le nazioni ricche a non fare come il sacerdote e il levita che passano senza fermarsi davanti al viandante derubato e abbandonato mezzo morto su ciglio della strada. Da parte del Papa vi è dunque la consapevolezza che «il dramma delle popolazioni dell?Africa che si trovano derubate e saccheggiate ci riguarda da vicino», nel senso che «il nostro stile di vita, la storia in cui siamo coinvolti li ha spogliati e continua a spogliarli». Insomma un libro, questo di Papa Ratzinger che, partendo dalla riflessione sul significato della missione di Cristo, mette il lettore – credente e non credente – di fronte alle proprie responsabilità, invocando un impegno contro le contaminazioni mondane che costituiscono un minaccia per l?uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio.

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