Uno strumento che consentirebbe di alleggerire il carico di lavoro dei giudici, accorpando centinaia di procedimenti. Che invece viene annacquato… L a Class action come risposta alle inefficienze dalla giustizia. Consentire ai consumatori di proporre una causa collettiva anziché centinaia di cause identiche, alleggerirebbe di molto il carico di lavoro dei nostri giudici. Con la Finanziaria 2008 questa azione era stata introdotta. Il governo, con l’intento dichiarato di apportare modifiche migliorative al testo, aveva però congelato l’entrata in vigore della norma fino alla fine del 2008. Sulla base di questi presupposti, le associazioni, con un documento unitario, hanno fatto pervenire le proprie osservazioni per migliorare la legge. Il governo, però, ha disatteso tutti gli impegni presi e ha rifiutato il confronto, non convocando mai il tavolo con le associazioni. Solo di recente è iniziato a circolare un testo ufficioso su quello che potrebbe essere l’intento dell’esecutivo. Si tratta di una serie di modifiche che riducono la portata della norma anziché ampliarla e snaturano, di fatto, l’istituto ( vedi anche l’editoriale di Lorenzo Miozzi ). «Il nuovo testo annacqua ulteriormente sia l’efficacia di deterrenza sia le prospettive risarcitorie dei singoli consumatori», spiega Paolo Fiorio , responsabile MC dell’Osservatorio Credito & Risparmio. Si prevede, ad esempio, che possano essere fatti valere solo diritti identici e si esclude l’esperibilità di azioni per illeciti extracontrattuali. Queste previsioni di fatto rendono impossibile le cause collettive per i principali illeciti di massa, o, ad esempio, per la responsabilità delle agenzie di rating nei confronti dei risparmiatori che hanno acquistato obbligazioni Lehman. «La farsa principale», aggiunge Fiorio, «è la previsione che la nuova azione si applichi retroattivamente, ma solo per gli illeciti compiuti successivamente al 1° luglio 2008, ovvero con l’esclusione di tutti i principali scandali finanziari ad oggi emersi, ivi compresi i danni subiti da coloro che hanno acquistato le obbligazioni Lehman nei mesi precedenti a luglio». «Si comprende», aggiunge Fiorio, «che il governo abbia tenuto segreto il testo fino ad oggi e che lo stesso sia stato disponibile solo a Confindustria. Le novità che pare il governo voglia realizzare sono nuovi palesi regali all’associazione imprenditoriale e minano alla radice le stesse finalità di deterrenza e di compensazione delle azioni di classe. Movimento Consumatori si aspetta che il governo prenda posizione, convochi le associazioni e chiarisca se il testo diffuso ieri corrisponda effettivamente alle sue intenzioni e si impegni a modificarlo accogliendo le proposte unitarie di tutte le associazioni».
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