Mondo
E i matti di Gregoire salvarono la citt
Il mondo rovesciato di Gregoire Ahongbonon. Bouaké era assediata dai ribelli. Mancava il cibo.
di Luca Fiore
A Bouaké, una città di circa un milione di abitanti nel centro della Costa d?Avorio, pochi sapevano cosa fosse l?associazione San Camillo. Si sapeva che era stata fondata da Gregoire Ahongbonon, un ex tassista del Benin, che si era messo a raccogliere i malati mentali e provava a curarli. Questo prima che la guerra cominciasse.
Ora che la guerra è finita, la San Camillo è l?istituzione più amata della città. Se chiedete alla gente cosa abbia fatto per loro l?associazione, molti vi risponderanno: “Mi ha salvato la vita”. Prima della guerra, durante la quale la città è stata isolata dai guerriglieri, senza cibo, i malati mentali di Gregoire erano considerati indemoniati e venivano isolati e messi ai ceppi. Ora, dopo che proprio loro hanno sfamato per mesi la popolazione distribuendo decine di migliaia di pasti, nessuno in città osa più parlarne male. Così Gregoire racconta quello che gli è successo durante e dopo i mesi di guerra.
“La popolazione di Bouaké cominciava a morire di fame perché non arrivava più cibo. Nell?ottobre 2002 nei nostri centri si trovavano 750 malati. Mi restavano 7 tonnellate di riso che sarebbero bastate per appena 15 giorni. Ho deciso comunque di distribuire le scorte anche alla popolazione. Finite le scorte ho lanciato un appello ai miei amici in Francia, Italia, Spagna e Svizzera perché non avevo più soldi. Ho vissuto sulla provvidenza, e la provvidenza ha usato le persone”.
Vita: Dunque ha rischiato di far rimanere senza cibo anche i suoi malati?
Gregoire Ahongbonon: Effettivamente quando ho chiesto ai malati di aiutarmi a distribuire il loro riso mi hanno chiesto: “Ma noi cosa avremo da mangiare domani?”. Io ho risposto di non avere paura perché Dio si sarebbe occupato di noi. E pensavo: “Dio si occuperà dei suoi poveri”. E se n?è veramente occupato. La distribuzione del riso è durata dall?ottobre 2002 al marzo 2003. Siamo arrivati a distribuire 120mila pasti al giorno. Abbiamo allestito dieci cucine all?interno di ciascuno dei nostri centri. A cucinare erano i malati, aiutati da 300 donne della città.
Vita: Ma se la città era isolata, come faceva a far arrivare il riso?
Ahongbonon: La nostra fortuna è stata che la San Camillo è stata rispettata sia dai ribelli che dai lealisti. All?inizio non conoscevano la nostra associazione, e più volte mentre facevo la spola con il camion carico di riso, hanno provato a uccidermi. Ogni volta che accadeva chiedevo al responsabile dei ribelli di venire a vedere quello che stavamo facendo. Alla fine ha capito, e quando il camion di riso arrivava erano gli stessi ribelli a scortarci.
Vita: Quindi è riuscito ad ottenere la fiducia dei ribelli?
Ahongbonon: È successo un episodio che mi ha molto colpito. A un certo punto della guerra i soldati dell?esercito regolare hanno tentato di cacciare i ribelli dalla città. Nonostante non ci fossero riusciti, il ministro della Difesa annunciò che l?esercito aveva ripreso il controllo della città. Allora la popolazione di alcuni quartieri iniziò a uccidere i ribelli che incontrava. L?indomani una parte dell?esercito ribelle si scagliò contro la popolazione civile per vendicare le perdite. La situazione era tesissima. Un civile venne a cercarmi perché sapeva che io potevo passare dai posti di blocco. Mi chiese di accompagnarlo a casa, così lo feci salire in macchina e lo accompagnai. Dopo di che andai al comando dei ribelli chiedendo del capo. Gli dissi: “Mi avevate assicurato che non avreste fatto nulla alla popolazione, e finora siete stati fedeli alla vostra parola. Riconosco anche che una parte della popolazione si è comportata male, uccidendo i vostri uomini. Se voi rispondete a questi attacchi verrete meno al vostro impegno”. Lui mi rispose: “Lei è fortunato, il suo Dio è forte. Da quando la guerra è incominciata, lei è l?unica persona qui a Bouaké che si muove liberamente ovunque, perché quello che lei sta facendo è lottare per la popolazione”.
Vita: Qual è stata la reazione dei malati allo scoppio della guerra?
Ahongbonon: Quando la guerra è iniziata i malati hanno avuto paura. Allora ho parlato loro ridandogli fiducia e assicurando che nulla gli sarebbe accaduto. I malati sono rimasti con me.
Vita: Come ha reagito la popolazione della città quando si è resa conto che sopravviveva grazie al riso che voi procuravate?
Ahongbonon: Grazie a Dio la nostra non è percepita come una guerra di religione, anche se la maggioranza dei ribelli è musulmana. Noi abbiamo avuto l?idea di chiedere un aiuto per le nostre cucine a donne di tutte le confessioni: musulmane, animiste, protestanti e cattoliche. Così si è creata della solidarietà tra tutti. A guerra finita i responsabili delle varie comunità hanno ringraziato la nostra associazione. Io ho proposto che la festa si svolgesse il 14 luglio, giorno di San Camillo. Tutta la città è scesa in strada e c?è stato un corteo che si è concluso con una messa alla quale hanno partecipato anche i musulmani. Alla fine della celebrazione un musulmano si è alzato e ha ringraziato i malati a nome di tutti.
Vita: Come è cambiato l?atteggiamento della gente nei confronti dei malati?
Ahongbonon: Dopo la guerra la situazione si è rovesciata. I malati mentali sono diventati quelli che hanno salvato le vite altrui. Da allora ogni volta che qualcuno esce dalla città e incontra un malato abbandonato lo porta da noi. È scomparsa la paura. Un giorno un musulmano molto ricco e con una grossa macchina (non era venuto per il mangiare) si è fermato da me e mi ha detto: “Questa guerra non è cattiva, questa guerra non è venuta per dividerci ma per farci aprire gli occhi. Che nessuno d?ora in poi mi venga a parlare male della Chiesa cattolica o dei malati di mente perché io saprò cosa rispondergli”.
Info:
Chi è
Nome: Gregoire
Cognome: Ahongbonon
Professione: ex tassista, fondatore di centri di aiuto per malati psichici
Cosa fa: a Bouaké (Costa d’Avorio) avvia un gruppo di carità per i malati psichici bisognosi di cure: è l?associazione San Camillo, ancor oggi attiva
Info web:
www.gregoire.it
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.