Welfare

È guerra tra isolani e immigrati

Nel mirino anche i giornalisti. Violenti scontri

di Redazione

Alta tensione tra gli immigrati che protestano contro i rimpatri e i cittadini di Lampedusa. Un gruppo di tunisini ha rubato dal centro di accoglienza alcune bombole di gas e le ha portate nei pressi di una pompa di benzina al porto vecchio, minacciando di farle saltare in aria e tenendo un accendino in mano. Immediatamente una cinquantina di lampedusani si sono avventati contro i tunisini ed è nato un parapiglia. E’ stato necessario l’intervento di polizia e carabinieri, in tenuta anti sommossa per disperdere la folla inferocita.

Violenti scontri si sono registrati poi tra un gruppo di immigrati tunisini e la polizia che, in tenuta antisommossa, ha caricato i migranti che avevano minacciato di fare scoppiare le bombole di gas. Nello stesso tempo un gruppo di lampedusani ha iniziato a tirare pietre contro i tunisini gridando loro: “Andate via subito, non vi vogliamo più. Adesso basta”.

Poco dopo due giovani hanno avvicinato un tunisino e lo hanno picchiato. Immediatamente sono intervenuti i poliziotti e i finanzieri facendo da scudo all’immigrato. “Ve ne dovete andare, bastardi – hanno gridato i lampedusani ai tunisini – avete rovinato un’isola. Non vi vogliamo più”.

Negli scontri davanti al distributore si sono registrati feriti. Trasferito in elisoccorso a Palermo un tunisino che ha riportato una grave ferita alla testa. Altri sei tunisini sono stati medicati al poliambulatorio. Hanno riportato traumi vari, escoriazioni e ferite su tutto il corpo. Sono invece quattro i rappresentanti delle Forze dell’ordine, tre poliziotti e un carabiniere, medicati al poliambulatorio per ferite varie e contusioni. Ma le loro condizioni non sono gravi.

La tensione si è poi allentata, anche se di poco. Gran parte dei 900 immigrati fuggiti ieri dal centro d’accoglienza dato alle fiamme sono stati riaccompagnati all’interno della struttura di contrada Imbriacola. I tunisini si trovano nel cortile del Centro d’accoglienza, che ha due edifici inagibili perché distrutti dalle fiamme.

Il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, asserragliato nella sua stanza al Municipio dell’isola, ha denunciato: ”Qui c’è uno scenario di guerra, i lampedusani sono inferociti e c’è il rischio che questa volta ci possa scappare il morto. E noi siamo stati abbandonati”.

”Tengo un bastone sulla scrivania così mi posso difendere – ha detto il sindaco mostrando il legno – qui la situazione è veramente tragica. E’ da dieci giorni che chiedo che vengano fatti immediatamente i trasferimenti perché i migranti stavano diventando pericolosi. E ho avuto ragione perché ieri hanno incendiato il centro d’accoglienza” e ”centinaia di tunisini sono fuggiti dal centro e hanno occupato tutte le strade”.

Poi, il sindaco parla dell’episodio di un gruppo di tunisini che ha minacciato di fare saltare in aria delle bombole di gas nei pressi del benzinaio. ”Si è scatenata la guerra tra tuninisi e lampedusani. E le forze dell’ordine sono rimaste in attesa di ordini. La carica è arrivata solo dopo che i lampedusani hanno tirato dei sassi contro i tunisini facendosi giustizia da soli”.

I bambini che questa mattina sono andati a scuola sono rimasti chiusi nelle aule su ordine dello stesso sindaco. ”Ho chiamato la preside – ha detto – e ho ordinato di non fare uscire per un po’ i bambini”. ”Un prefetto del ministro dell’Interno mi ha rassicurato che l’isola verrà liberata entro le prossime 24 ore. Ho visto già arrivare la nave militare”.

Poi, ha tenuto a sottolineare: ”Anch’io ho rischiato di essere aggredito questa mattina e la Digos mi sta scortando. Mi si accusa di essere stato troppo accogliente. Qui non siamo più davanti ad un’emergenza umanitaria ma ad uno smercio umano su cui qualcuno lucra. E i lampedusani hanno ragione a difendersi da soli. Nessuno si azzardi ad accusarci di razzismo”.

Decine di lampedusani hanno presidiato questa mattina il Comune di Lampedusa per protestare contro l’incendio appiccato ieri al centro di accoglienza ma soprattutto perché chiedono che i tunisini non girino liberamente per l’isola. Il Comune si trova proprio di fronte al campo sportivo dove oltre 300 tunisini hanno trascorso la notte all’addiaccio per l’inagibilità di gran parte della struttura incendiata.

A Lampedusa c’è un clima d’odio contro i giornalisti che vengono allontanati e aggrediti verbalmente da decine di lampedusani. Il cameraman della Rai, Marco Sacchi, è stato aggredito e gli hanno gettato a terra la telecamera. Altri giornalisti, anche l’Adnkronos, sono stati malamente allontanati.

Nuova aggressione anche all’inviato di Sky Fulvio Viviano e al suo operatore Davide Di Stefano a Lampedusa. Il giornalista si trovava con la sua troupe nei pressi del porto quando è stato accostato da un gruppo di lampedusani. “Ve ne dovete andare” hanno urlato contro i giornalisti. Anche ieri l’operatore di Sky era stato aggredito ed era stato medicato al poliambulatorio.

Intanto, sono iniziati i trasferimenti. Cento immigrati tunisini sono stati trasferiti nella notte con un volo militare da Lampedusa diretti a Sigonella (Catania). Da qui verranno smistati in diversi centri d’accoglienza in attesa di essere rimpatriati. Il trasferimento dei cento maghrebini viene confermato all’Agenzia Adnkronos da fonti attendibili. Per oggi sono previsti altri trasferimenti.

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