Non profit
È emergenza per gli sfollati
Sono 2 milioni, un ottavo dell'intera popolazione. Danni per 30 miliardi di dollari. Le onlus si mobilitano
di Redazione

È salito a 723 morti e 19 dispersi il bilancio del violentissimo terremoto di magnitudo 8.8 della scala Richter che ha colpito due giorni fa il Cile. Lo ha reso noto l’Ufficio nazionale per le emergenze di Santiago, secondo cui la maggior parte delle vittime, 544, sono state registrate nella regione costiera di Maule, nel Cile centromeridionale. E scatta anche l’emergenza sfollati. L’ambasciata cilena a Roma ha precisato in una nota che ci sono ”migliaia di sinistrati e persone che hanno visto le loro abitazioni distrutte”. La presidente uscente Michelle Bachelet ha firmato oggi il decreto che trasferisce ai militari il controllo della sicurezza nella regione di Conception, epicentro del sisma, e impone il coprifuoco dalle nove di sera alle sei del mattino.
I soccorsi sono ostacolati da continue scosse di assestamento, tutte di intensità superiore ai cinque gradi della scala Richter (ieri sera, un’altra di intensità pari a 6,2 gradi). Un ”numero sempre più alto” di persone è disperso, ha precisato Bachelet chiedendo l’aiuto dei Paesi stranieri che invece in un primo momento aveva rifiutato. ”Stiamo affrontando una catastrofe di dimensioni impensabili per farcela dobbiamo rimanere uniti”, ha aggiunto dopo essersi riunita per sei ore con i ministri del suo governo e i vertici militari nel palazzo della Moneda, un altro edificio colpito dal sisma, con crepe evidenti. Nel frattempo è stato riaperto parzialmente l’aeroporto internazionale di Santiago. Per quanto riguarda gli italiani, la Farnesina continua a effettuare le verifiche su tutte le segnalazioni di connazionali che si trovano in Cile sottolineando che ”al momento non risultano dispersi di nazionalità italiana”.
E’ stato rintracciato Federico Albertini, il professore di Ascoli Piceno di 36 anni che era introvabile dopo il devastante terremoto. L’uomo, che abita a San Pedro de la Paz, un centro vicino Concepcion, dove insegna nella scuola di italiano, ha contattato il console onorario italiano della città. Secondo fonti dell’ambasciata italiana in Cile, Albertini sta bene e ha detto che era fuori da Concepcion quando sabato notte c’è stata la prima grande scossa di terremoto. I suoi familiari stanno ora cercando di mettersi in contatto con lui. Sul fronte degli aiuti, la Commissione europea ha approvato stamattina lo stanziamento immediato di 3 milioni di euro. I fondi sono gestiti da Echo, il dipartimento della Commissione Ue che si occupa specificatamente degli aiuti umanitari e della protezione civile. “Come atto di solidarietà con il popolo cileno mettiamo immediatamente a disposizione 3 milioni di euro per le organizzazioni operative sul posto, in modo che possano procedere piu’ velocemente nei primi e piu’ critici gironi dopo il terremoto”, ha dichiarato la commissaria agli aiuti umanitari Kristalina Georgieva.
Intanto, a tre giorni dalla tragedia, il ministero della Difesa cileno ammette che la Marina militare ha sbagliato a non lanciare l’allarme tsunami immediatamente dopo la scossa di 8,8 di magnitudo. “Anche se fa male la verità è che una divisione dalla Marina ha commesso un errore” ha detto il ministro Francisco Vidal. Al contrario, subito dopo la devastante scossa èstato detto che uno tsunami sarebbe stato improbabile. Se le sirene dell’allarme tsunami fossero suonate immediatamente molti residenti dei villaggi costieri sarebbero potuti scappare verso l’interno.
“Quello a cui abbiamo assistito tra la regione sesta e nona è stato uno tsunami” ha detto ancora Vidal esprimendo rammarico per il fatto che non vi sia stata un’azione sufficientemente tempestiva. C’è stato un errore, ma fortunatamente il sistema alla fine è stato attivato” ha poi aggiunto. La Marina cilena ha infatti predisposto un sistema che anche in assenza di un allarme scattato dagli uffici centrali ogni singolo capitano che supervisiona un porto può lanciare l’allarme nel momento in cui si accorge che il livello del mare si sta alzando. Ed è quello che hanno fatto gli ufficiali in molti centri sulla costa, facendo suonare le sirene che hanno fatto fuggire verso l’interno i residenti.
Si mobilitano le Onlus
Tutto il Terzo Settore, come nel caso di Haiti, si è messo in moto. Alcune organizzazioni associate di Agire stanno conducendo un’analisi dei bisogni nella regione per capire in che modo potrebbero dare supporto significativo alla già effettiva capacità del Governo cileno di rispondere alla situazione di emergenza. Agire sta monitorando con loro l’evolversi della situazione per valutare, qualora le condizioni si aggravassero ulteriormente, l’opportunità di lanciare un appello di raccolta fondi in favore delle popolazioni colpite. «Esprimiamo tutto il nostro cordoglio per le numerose vittime del sisma e del conseguente tsunami», ha detto Marco Bertotto, direttore di Agire, «Nel caso di Haiti è stata subito evidente la necessità di una nostra attivazione immediata, mentre di fronte all’emergenza cilena attendiamo un quadro più chiaro dei bisogni e degli interventi già in atto prima di decidere se l’attivazione congiunta delle nostre organizzazioni sia davvero la risposta più idonea ed efficace a questo tipo di situazione». Medici Senza Frontiere si è messa subito in contatto con le autorità del Governo cileno per coordinare l’assistenza. La prima equipe da Santiago si sta recando alla regione di Maule, a sud della capitale, per valutare la situazione in questa zona, pesantemente colpita dal terremoto. Gli operatori di MSF hanno previsto di focalizzare il proprio lavoro nelle zone vicine all’epicentro, dando però la precedenza ai villaggi e alle zone più periferiche dove l’assistenza arriva con maggiore difficoltà. Secondo le prime informazioni, le zone costiere lontane dai principali centri urbani, risultano essere quelle più colpite dal sisma e sono anche quelle più difficilmente accessibili. Le equipe di MSF giunte in Cile e in arrivo nel paese, sono composte da medici, logisti e infermieri provenienti da Argentina, Bolivia, Panama e Messico.
Anche la Croce Rossa Italiana si è subito mobilitata. La Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa infatti ha immediatamente allertato il proprio Centro Logistico di Soccorso che si trova a Panama. Un primo stanziamento di 205 mila euro è stato effettuato per venire incontro alle prime necessità. La CRI fa appello alla solidarietà degli italiani per sostenere questo intervento di aiuto umanitario. I contributi finanziari raccolti saranno impiegati a sostegno delle attività di assistenza alle popolazioni terremotate, in stretta collaborazione con la Croce Rossa Cilena e la Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. «Fin dalle prime ore», spiega dice Francesco Rocca Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana, «ci siamo messi in contatto con Ginevra dando subito la nostra disponibilità ad intervenire sui luoghi del disastro. Come è sempre successo nelle ultime occasioni, siamo pronti a fare la nostra parte».
Ecco le coordinate per le donazioni:
– Conto Corrente Bancario
C/C BANCARIO n° 218020 presso: Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati -Tesoreria – Via San Nicola da Tolentino 67 – Roma. Intestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 – 00187 Roma. Coordinate bancarie (codice IBAN) relative sono: IT66 – C010 0503 3820 0000 0218020 – Causale PRO EMERGENZA CILE
– Conto Corrente Postale n. 300004
intestato a: Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 – 00187 Roma c/c postale n° 300004 – Codice IBAN: IT24 – X076 0103 2000 0000 0300 004 – Causale: Causale PRO EMERGENZA CILE
– Donazioni on line
È anche possibile effettuare dei versamenti online attraverso il sito web della CRI. All’atto della scelta del progetto selezione “Pro emergenza Cile”
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