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E Dini taglia gli uffici della Cooperazione

Il governo non approva i decreto legge che permetteva il distacco di 94 comandati.Un pasticcio che rischia di mandare in tilt e bloccare importanti progetti delle ong

di Paolo Giovannelli

C ontrariamente a quanto atteso, il Consiglio dei ministri ha ritenuto di non approvare il decreto legge di proroga dei 94 comandati in servizio (ossia quel personale preso in prestito, spesso da anni, da altre amministrazioni dello Stato) presso la Direzione generale Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari Esteri, con gravissime ricadute sulle possibilità degli uffici di garantire la gestione delle attività correnti, anche per quanto attiene le diverse istruttorie e pratiche delle Ong. La denuncia dell?ennesima squallida storia di malfunzionamento di parti della pubblica amministrazione inceppate dalla burocrazia, arriva dai Volontari nel mondo-Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontari. Esplicito il presidente di Volontari nel mondo-Focsiv, Luca Jahier. «Praticamente», sottolinea Jahier, «mentre si parla di rilanciare lacooperazione italiana, di riformarla con una nuova legge, di sbloccare gli anticipi per i programmi delle Ong, si corre ora il serio rischio di perdere un quarto del personale della Dgcs, su un totale di circa 400 persone e di far inceppare la già sofferente macchina della cooperazione italiana. Il numero di 94 comandati è davvero notevole e la loro mancanza potrebbe creare enormi problemi di funzionamento della cooperazione italiana allo sviluppo. Il solo Ufficio Ong sta per perdere metà del personale, mentre quello che coordina gli interventi di cooperazione nei Balcani potrebbe presto restare col solo capoufficio». Di chi la colpa di questo pasticciaccio annunciato, anche se le amministrazioni di origine degli stessi comandati sembrano all?ultimo minuto disposte a prorogare il richiamo degli stessi? Jahier assicura che «la faccenda è sfuggita di mano ai vertici della Farnesina». Come dire: il ministro Lamberto Dini avrebbe fatto meglio a puntare i piedi e a chiedere l?immediata approvazione di un decreto legge per scongiurare l? intricata situazione creatasi. Ma sembra che non l?abbia proprio fatto.


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