Famiglia

E così nel Montenegro ci si prepara all’inverno

Sostegno alimentare alle famiglie indigenti, ricoveri e centri di accoglienza per i rifugiati serbi e assistenza agli anziani. Il lavoro dei cooperanti di InterSos e Coopi

di Paolo Giovannelli

È dall’inizio della scorsa primavera che anche il personale dell’organizzazione umanitaria per l’emergenza InterSos, con già in mente la provincia serba della Vojvodina come prossimo obbiettivo, si sta impegnando in Montenegro, dove è il punto di riferimento per Echo, la Cooperazione italiana e la Missione Arcobaleno. Una regione, il Montenegro, con appena 700 mila abitanti, che si prepara a scegliere in settembre una maggiore autonomia da Belgrado nella paura di eventuali ritorsioni di Milosevic, con sulle spalle 30 mila persone in stato di grave bisogno. «Proprio l’aiuto alle famiglie montenegrine più indigenti», spiega la responsabile di sede dei programmi in Montenegro di InterSos, Loretta Peschi, di nuovo in partenza per il capoluogo Podgorica, «consiste nella fornitura di pacchi alimentari e di beni di prima necessità a circa 30 mila persone in stato di grave bisogno. Poi», continua Peschi, «con l’arrivo dal Kosovo di nuovi profughi serbi e rom , provvediamo alla loro immediata assistenza in collaborazione con la Croce rossa montenegrina». Infatti a Berane, città settentrionale del Montenegro il cui sindaco ha deciso di proteggere i rom sfollati dal Kosovo, il personale di InterSos, assieme a quello dell’ong milanese Coopi, sta riparando le falle dell’acquedotto comunale. Tentando contemporaneamente di rendere abitabile, per il prossimo duro inverno balcanico, la foresteria di un monastero ortodosso, dove sono stati accolti circa 50 serbi molto anziani. Inoltre, entro ottobre, si tenterà di recuperare due edifici di proprietà comunale per alloggiare quasi 300 rom, dotandoli di acqua e gas; per quest’ultima operazione si utilizza un finanziamento della Cooperazione italiana e uno, di importo minore, di Echo. Infine, a Podgorica, è in fase d’avvio la trasformazione di una tendopoli per 2500 rom in un vero villaggio di prefabbricati di 30 metri quadrati ciascuno, con annessa rete idrica, fognaria, 24 punti cucina, un centro per la distribuzione degli alimenti e un altro di animazione giovanile. P. G.

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