Famiglia
E c’è già chi ha messo al lavoro i pubblcitari
Le reazioni dai protagonisti del non profit: associazioni alla prova della dichiarazione dei redditi. Con ottimismo, qualche preoccupazione e... preferenze per la +Dai -Versi
Apprezzamento, fiducia, impegno per le nuove responsabilità che si aprono, ma anche una certa apprensione per gli aspetti operativi: sono queste le prime reazioni del mondo del non profit alla partenza del 5 per mille. «Una novità che mi pare assolutamente positiva», commenta Ilaria Borletti, presidente del Summit della Solidarietà. «Anche se ci vorrà un po? di tempo», aggiunge, «perché i donatori ne comprendano a pieno la novità e la portata. Alle associazioni, che potrebbero veder aumentare di molto le risorse a disposizione, starà invece la responsabilità di migliorare sempre più il proprio lavoro, la capacità di comunicarlo all?esterno, l?impegno per la massima trasparenza nella gestione dei fondi».
E in quanto alla capacità di ?captare? le opzioni del 5 per mille? «Certamente c?è chi si è già messo al lavoro su questo, anche con creativi e pubblicitari», conferma la Borletti, che è anche presidente di Amref. «Penso che le organizzazioni maggiori ci stiano riflettendo molto seriamente e stiano studiando strategie di comunicazione».
Ad apprezzare il testo definitivo del 5 per mille c?è anche il presidente nazionale delle Acli, Luigi Bobba, che ricorda come «rispetto alla prima stesura, in cui si accennava a un generico volontariato, ora i soggetti sono tutti ben identificati e disciplinati dalle leggi di riferimento. La sfida del 5 per mille è ora sulla capacità di alimentare un rapporto costante con i sostenitori ed essere attentissimi a costruire un rapporto fiduciario attraverso la rendicontazione e la trasparenza. E, riguardo al futuro, colgo con favore l?impegno di Enrico Letta a rendere questa nuova opportunità come permanente».
Una particolare preoccupazione sull?impatto del 5 per mille nei confronti delle ?piccole? organizzazioni, «che non hanno a disposizione consulenze specialistiche e centri studi in grado di prepararle a cogliere tempestivamente le scadenze poste dal decreto attuativo», giungono dal portavoce del Forum del terzo settore, Edoardo Patriarca. «A mio avviso», sottolinea, «la più grande sfida vinta dal non profit rimane la +Dai -Versi, una legge strategica e nata dal basso, che dobbiamo continuare a promuovere per arrivare all?innalzamento del massimale o, perché no, alla deducibilità completa delle donazioni al non profit».
In fase di riflessione, in attesa di comprendere le ripercussioni operative che il 5 per mille avrà, c?è anche il direttore generale di Telethon, Angelo Maramai. «Anch?io provo una grande soddisfazione per la conquista della +Dai -Versi», dice, «perché ne conosco la portata e gli obiettivi che ci eravamo posti sostenendola. Il 5 per mille è una misura che giunge dall?alto, molto nuova nel suo genere, priva di esempi paralleli in altri Stati stranieri. Pertanto, non è possibile fare una previsione di quali saranno i suoi esiti alla prova dei fatti. Aspettiamo di chiarire meglio la distinzione operativa tra i campi beneficiari, due dei quali riguardano proprio ricerca scientifica e sanitaria. Mi auguro che non si trasformi in una sorta di ?alibi?, per lo Stato, rispetto alla chiusura di altri canali di finanziamento o depotenzi la spinta a donare dei cittadini. Detto questo, non possiamo non guardare al 5 per mille anche come a un?iniziativa nuova e positiva nel panorama del sostegno al non profit».
Pronti sui blocchi di partenza anche i Centri di servizio al volontariato, che si stanno attivando per «aiutare tutte le associazioni, sul territorio, a rispettare i brevissimi termini posti dalla legge e ad assolvere tutti i passaggi burocratici richiesti», assicura il presidente di Csv.net, Marco Granelli. Anche per lui, come per gli altri interpreti, la sfida del 5 per mille si gioca tutta nel coinvolgimento concreto di tutte le realtà del non profit, anche quelle più piccole e meno strutturate.
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