Sostenibilità

È alle porte di Firenze il paradiso delle api

Grazie all'Università del capoluogo toscano e al Consorzio di Bonifica del medio Valdarno, su 14 ettari di aree golenali del torrente Ombrone, nei pressi di Signa, seminate 45 specie di piante, fra cui trifoglio, tarassaco, malva e achillea. Le fioriture, che avverranno in tempi diversi dell’anno, garantiranno agli impollinatori fiori, e quindi nutrimento, da aprile fino a ottobre

di Barbara Marini

Oggi è la Giornata mondiale delle api, istituita dalle Nazioni Unite per sensibilizzare tutti all’importanza vitale di questo piccoli insetti impollinatori a cui dobbiamo dire grazie per la vita che permettono: la stabilità degli ecosistemi, piante e fiori selvatiche, circa il 90%, e oltre il 70% di tutti i raccolti alimentari nel mondo. Il giorno scelto coincide con la data di nascita di Anton Janša che fu allevatore e pittore sloveno, noto soprattutto per essere stato uno dei pionieri dell'apicoltura moderna. Le api sì, sono a rischio. Sappiamo con certezza che circa il 35% degli impollinatori rischia l'estinzione, e gli avvistamenti di api nel nostro Paese sono calati addirittura del 25%.

Tra le sempre più numerose iniziative, ce ne è una che si festeggia lungo un torrente chiamato Ombrone, nel Comune di Signa, in provincia di Firenze. Questa zona marginale e incolta, è l’habitat ideale per la proliferazione delle api selvatiche.

Un team altrettanto laborioso composto da ricercatori dei Dipartimenti di Biologia e di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari Ambientali e Forestali dell’Università di Firenze, insieme al Consorzio di Bonifica Medio Valdarno che recupera le aree fluviali per garantire l’habitat e il nutrimento agli insetti impollinatori, hanno dato vita a questa iniziativa che ci racconta Francesca Romana Dani, docente di Zoologia dell’Università di Firenze: “Le api selvatiche contano in Europa circa 2.000 specie, e fra queste ben 1.100 vivono in Italia. Numerosi indicatori mostrano una diminuzione delle popolazioni di queste specie negli ultimi decenni, causata principalmente dall’espansione delle aree antropizzate e dal cambiamento delle pratiche agricole. Un fenomeno preoccupante, sia per gli effetti sulla biodiversità, sia per la riduzione del servizio ecosistemico dell’impollinazione”.

Una volta identificata una iniziale superficie di circa 16 ettari i ricercatori hanno lavorato per il miglioramento ambientale, con l’obiettivo di ottenere diverse fioriture e prolungarne la disponibilità e di valorizzare un contesto altrimenti destinato all’espansione del fiume in caso di piene.

Così sono state selezionate tre diverse miscele di piante, per un totale di 45 specie – fra queste, trifoglio (quello rosso, nella due foto sopra, ndr), tarassaco, malva e achillea – che fioriscono in tempi diversi dell’anno, per garantire agli impollinatori fiori, e quindi nutrimento, da aprile fino a ottobre. Nella scelta delle piante, tutte autoctone, è stato tenuto conto del fatto che specie di api diverse sono attratte da fiori di forme e colori diversi. Così nasce un rifugio fiorito per le api.

Successivamente i ricercatori dell’ateneo fiorentino valuteranno l’efficacia dell’intervento sulle comunità delle api selvatiche, monitoreranno l’evoluzione della popolazione e nella diversità di specie presenti nei campi della sperimentazione rispetto alle aree limitrofe, dove il terreno rimane incolto. Il progetto procederà di pari passo anche in un’altra area della provincia di Firenze, prossima alla cassa di espansione del fiume Pesa, nel Comune di Montelupo Fiorentino.

“Il progetto – conclude la ricercatrice Unifi – mira a valutare l’efficacia di queste azioni sulla biodiversità degli insetti pronubi e la loro sostenibilità nelle pratiche di gestione delle casse di espansione”.

Buon World Bee Day, innanzitutto a voi, importantissime e insostituibili api!

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