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E agli affari dei malati pensa l’amministratore

La nuova figura giuridica dovrà curare gli interessi patrimoniali e sarà gratuita.

di Daniela Romanello

Un nuovo strumento giuridico sta per affacciarsi nel mondo civile a difesa ed aiuto dei malati psichici. Il 20 ottobre scorso è stata infatti approvata in sede referente dalla Commissione Giustizia della Camera l?istituzione della figura dell?amministratore di sostegno per le persone impossibilitate a provvedere alla cura dei propri interessi. Un passo politico importante, in gestazione ormai da troppi anni, e caldamente voluto da chi opera ogni giorno accanto ai malati. La proposta, dapprima culturale e poi legislativa e politica, è infatti nata nell?ambito dell?Istituto Villa S. Ambrogio-Fatebenefratelli di Cernusco sul Naviglio (Mi) che, assieme a giuristi e a magistrati, ha individuato nell?amministratore di sostegno un istituto giuridico innovativo. Pur affiancandosi a due strumenti già previsti dal codice civile, ossia l?interdizione e l?inabilitazione, parte da criteri diversi rispetto a questi. Si è infatti voluto partire da un?impostazione culturale moderna e solidaristica dove il malato è al centro dell?azione giuridica. Questi, infatti, non perde la capacità d?agire e l?amministratore di sostegno avrà competenze mirate e ben definite e interverrà solo per il compimento di atti specificatamente indicati dal giudice e comunque sempre nell?interesse del beneficiario le cui intenzioni dovranno esplicitamente essere tenute in considerazione. Lo schema di legge approvato prevede uno strumento agile, tempestivo, efficace e gratuito per risolvere i numerosi e gravi casi che, per i più svariati motivi, possono anche improvvisamente rendere una persona non più in grado di curare da solo i propri interessi. Il disegno di legge (n. 776) deve ora passare all?approvazione della II Commissione Giustizia del Senato e quindi dell?aula. A gennaio, presso l?Istituto S. Ambrogio-Fatebenefratelli si svolgerà una giornata di studio per illustrare l?urgenza di una rapida approvazione di questa legge (la cui prima presentazione risale ormai al 1993) e sollecitare la conclusione dell?iter prima del termine dell?attuale legislatura. Altrimenti si dovrà ricominciare tutto da capo.

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