Welfare
E adesso Mohammed incrocia le braccia
Il 1° marzo la «24 ore senza di noi»
La mobilitazione è nata online. «Ma adesso abbiamo bisogno di vederci in faccia», spiega Daimarely Quintero, una delle quattro promotrici. Gli slogan? «Movimento meticcio» e «Siamo noi i nuovi cittadini italiani» Daimarely Quintero, 37enne cubana sposata a un italiano, vive a Milano dal 1995, si occupa di inserimento lavorativo ed è una delle «quattro donne che vogliono fermare l’Italia», come sono state soprannominate le animatrici dello sciopero del 1° marzo. Le «24 ore senza di noi» che dovrebbero segnalare agli italiani la presenza e il contributo degli immigrati, alla cui organizzazione Daimarely e le altre (Stefania Ragusa, Cristina Seynabou Sebastiani e Nelly Diop) stanno lavorando. «Era da molto che ne discutevamo. L’idea è nata su Facebook». Risultato? Al gruppo, che è stato creato prima dei fatti di Rosarno, le adesioni viaggiano al ritmo di 500 al giorno.
Vita: Il prossimo passaggio è uscire dalla rete, andare in strada?
Daimarely Quintero: Sì: Internet è stato ed è utile, ma non ci basta. Abbiamo bisogno di contatti e incontri. Per questo abbiamo costituito un comitato nazionale e una serie di comitati in tutte le città, presso associazioni, sindacati, enti religiosi disponibili. Ogni comitato si sta organizzando in maniera autonoma per l’appuntamento che sarà duplice: agli inizi di febbraio si svolgerà la giornata «con noi», il 1° marzo quella «senza di noi».
Vita: In cosa consisterà la giornata «con noi»?
Quintero: Dipenderà dai comitati. A Bologna e a Palermo, ad esempio, stanno organizzando il muro dei nuovi volti, cioè fotografie di stranieri regolari al lavoro, a Genova una sfilata di badanti con i loro datori di lavoro. Altrove si pensa a rassegne cinematografiche sulla migrazione.
Vita: C’è anche un appuntamento il 20 marzo?
Quintero: Stiamo lavorando con gli organizzatori di quell’evento per trasformarlo in un appuntamento che dia continuità alla manifestazione del primo. Per ora siamo gemellati con la Francia, cui ci siamo ispirati, e con la Spagna, dove sta nascendo un movimento analogo. Sarebbe importante che diventasse una giornata internazionale, per sollecitare risposte anche dall’Unione Europea. Gli Stati da soli non riescono a gestire un fenomeno complesso come l’immigrazione.
Vita: Quali slogan sentiremo?
Quintero: È prematuro parlare di slogan. «Movimento meticcio» e «Siamo noi i nuovi cittadini italiani» sottolineano abbastanza bene la nostra volontà di partecipare alla vita politica e sociale di questo che è anche il nostro Paese. Contribuiamo per il 10% del Pil e vogliamo poter dire la nostra.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.