Politica

Dust, un western anzi un eastern

Venezia, la mostra del cinema al via

di Redazione

Venezia 1994. Alla Mostra del cinema vince, a sorpresa, il film di un regista conosciuto a pochissimi. Si chiama Milcho Manchevski, è macedone e nessuno sa molto di lui. Ma il film che ha presentato in concorso ha lasciato tutti a bocca aperta. Prima della pioggia è un capolavoro, un film girato con amore e con furore: un allarme contro l’odio che distrugge la convivenza, lanciato con la passione di un artista che adora la vita. Un film la cui vastità di sguardo aveva ricordato subito il grande Kurosawa. Manchevski, sino ad allora, era stato regista di spot: un nomade, in viaggio continuo tra la sua Skopje, Londra e New York. Un personaggio enigmatico, ribelle, nella cui storia i residui vivissimi di una cultura slava ancestrale si mescolano all’esperienza punk. Che Manchevski fosse un personaggio indigesto a Hollywood lo si era intuito subito. Ma se ne avrebbe avuta conferma negli anni successivi: per arrivare al suo secondo film, infatti, il regista macedone ha dovuto aspettare sette anni. E ora a Venezia, viene chiamato ad aprire la Mostra 2001 con il suo Dust. «Sono un outsider», dice di sé. «Non faccio parte di nessuna banda, né politica, né culturale, anche se da queste parti è così difficile perché la vita sociale è ridotta a un livello tribale. Ma a Hollywood è la stessa cosa, vi assicuro». Racconta di aver avuto un antenato anarchico che nel 1903, esplose, con la sua bomba, negli uffici dell’amministrazione occidentale di Salonicco. Ma lui si dice pacifista a tutti gli effetti. Anche se quando parla dell’Uck, le bande armate albanesi che rischiano di precipitare la sua Macedonia in una guerra civile, i suoi toni sono bellicosi. Dice: «L’Occidente non può finanziare e far crescere forze negative e poi pensare che, una volta servite allo scopo, queste non continuino a vivere e ad agire con la stessa logica. Con l’Uck è successo questo». Manchevski torna a Venezia in un momento del tutto particolare per la sua terra: dopo mesi di scontri, dopo gli accordi del 13 agosto, la Nato è arrivata a Skopje per cercare di mettere una pezza a un problema che la sua strategia ha provocato. Così, per il regista, che in Macedonia ha ambientato una metà del suo film, resta difficile separare gli argomenti. Che nell’intervista si inseguono continuamente. Del resto anche in Dust la realtà fa breccia in ogni fotogramma sulla fiction. Con un tipo come Manchevski, non poteva esser altrimenti.


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