Politica
Durigon: «Per il 5 per mille servono più risorse»
Parla il sottosegretario con delega al Terzo settore: «Verosimilmente con la prossima edizione sarà necessario reperire ulteriori coperture rispetto ai 500 milioni previsti attualmente, in quanto con la messa in funzione del Registro unico nazionale del Terzo settore nella categoria degli enti del volontariato dovrebbero rientrare tutti gli ETS e non più solo Onlus, enti del volontariato e associazioni di promozione sociale»
L’Agenzia delle Entrate ha da poco pubblicato i dati relativi al 5 per mille 2017. Lo strumento sta crescendo e con 495 milioni di valore del contributo destinato agli enti ammessi, sfiora ormai la copertura prevista, di 500 milioni di euro all’anno (legge 190/2014). Una copertura che quando venne fissata sembrava sufficientemente capiente per scongiurare l’effetto “tetto”, ma a pochissimi anni di distanza mostra già di non essere abbastanza. Già nell’edizione 2017, a dirla tutta, come ha notato Italia non profit, la somma del contributo destinato agli enti ammessi e di quello destinato agli esclusi (cifra che comunque lo Stato deve considerare, anche per possibili futuri ricorsi) fa esattamente i 500 milioni di copertura, spaccati al centesimo: una semplice coincidenza o già il ritorno di un ricalcolo del contributo per stare entro la copertura? E comunque che succederà ora?
Sono queste le prime due domande domande che abbiamo posto a Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega al Terzo settore…
Questa è una buona notizia che si lega al valore sempre più crescente del Terzo settore nel paese. Verosimilmente con la prossima edizione sarà necessario reperire ulteriori coperture rispetto ai 500 milioni previsti attualmente, in quanto, a partire dalla messa in funzione del Registro unico nazionale del Terzo settore, nella categoria degli enti del volontariato dovrebbero rientrare tutti gli enti del Terzo settore (e non più, come prima previsto, solo Onlus, enti del volontariato e associazioni di promozione sociale). Sul punto è in fase di ultimazione il DPCM che potrebbe fornire maggiori precisazioni sulla platea dei beneficiari e sui criteri di assegnazione.
Il DL 111/2017 ha riformato il 5 per mille, ma per la sua attuazione siamo ancora in attesa di un DPCM: che tempi sono previsti e quali novità?
Il DPCM è una delle priorità nel percorso di attuazione della riforma del Terzo settore insieme ai decreti che sono stati approvati dalla cabina di regia due settimane fa, tra questi il decreto sulle attività diverse e le linee guida del bilancio sociale unitamente a quello previsto per l'avvio del nuovo registro unico nazionale. Le novità principali contenute nel DPCM riguardano i termini per l'accesso al contributo e le modalità di riparto dello stesso. A questo riguardo, dovrebbe essere innalzato l'importo minimo erogabile a ciascun ente (attualmente fissato in 12 euro) e ridefiniti i criteri per distribuire il contributo derivante dalle scelte non espresse (c.d. “inoptato”). In aggiunta, il DPCM dovrebbe fornire ulteriori precisazioni in merito alle nuove regole di rendicontazione e trasparenza introdotte dal D.lgs. 111/2017 (il quale, attualmente, prevede l'obbligo generalizzato per i beneficiari di inviare il rendiconto all'Amministrazione erogante – a prescindere dall'ammontare ricevuto – e di pubblicare sul proprio sito web le somme percepite).
Ci sarà in futuro la possibilità per gli enti di sapere chi ha destinato loro il 5 per mille?
Il Decreto legislativo 111 del 2017 con cui è stato riformato il 5 per mille non da indicazioni al riguardo. In attesa del DPCM va però detto che una simile trasmissione di informazioni se non accuratamente regolamentata potrebbe confliggere con le norme in materia di protezione dei dati personali, anche alla luce di quanto già chiarito dal Garante della privacy nella nota del 15.11.2018. Per questa ragione ritengo che occorrerà una regolamentazione puntuale anche per salvaguardare la natura spontanea della scelta operata dai contribuenti sulla dichiarazione dei redditi.
FOTO DI © FABIO MAZZARELLA/AG. SINTESI
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