Famiglia
Durban, non solo Medio Oriente
Le ong italiane e il loro presidente, Marelli, al lavoro per un documento finale di equilibrio
di Paul Ricard
Ancora al centro dell?attenzione, delle tensioni e delle mediazioni la questione medio orientale. Da ieri sera, grazie all?intenso ed apprezzato lavoro di mediazione che sta svolgendo il Ministro degli Esteri del Belgio Louis Michel in qualità di Presidente di turno della UE, un sottogruppo sta lavorando per la definizione di un testo da inserire nella dichiarazione finale di Durban con linguaggi e contenuti che possano incontrare un consenso sulla nota questione tra Israele e Palestina.
Per questo Sergio Marelli, Presidente dell?Associazione delle ONG italiane (che raggruppa 164 ONG di cooperazione e di solidarietà internazionale), conferma il giudizio positivo riguardo la scelta della delegazione italiana di continuare a partecipare ai lavori della Conferenza contribuendo, quale stato membro della UE, alla difficile quanto inevitabile ricerca di soluzione e di consenso.
?Il non aver seguito l?irresponsabile scelta operata da USA e Israele come contestato questa mattina da alcuni esponenti politici italiani tra i quali Emma Bonino ? afferma Marelli ? riconferma il positivo ruolo che l?Italia sta svolgendo fin dalle consultazioni preparatorie della Conferenza?.
?Ma Durban non è certo una Conferenza internazionale per la ricerca della pace in Medio Oriente ? continua Marelli ? né il documento conclusivo del Forum delle ONG può unicamente essere ricondotto al dissenso già da noi manifestato sui paragrafi riguardanti Israele e sionismo. C?è un larghissimo consenso all?interno del mondo del non governativo su altre fondamentali tematiche?.
Oggi ad esempio, un ampio spazio è stato dedicato alla questione dei sistemi e degli Stati fondati sull?organizzazione per caste.
?I Dalit, 260 milioni di persone in India, Nepal e Pakistan, vivono condizioni di discriminazione paragonabili alla schiavitù di altri tempi. L?unanime condanna da parte delle ONG per questo tipo di politica ed assetto sociale ? dice il Presidente Marelli ? e la richiesta di concreti impegni da parte dei governi per una sua radicale modifica sono problemi, insieme ai diritti dei migranti, dei Rom dei Sinti e dei Caminanti, sui quali far convergere pari impegno nel corso dei lavori dei prossimi giorni della Conferenza?.
Sono ancora solo 86 su 184 i paragrafi della dichiarazione finale che dovrà essere adottata prima di venerdì, e rimangono ancora diverse questioni tra le più conflittuali che dovranno essere affrontate nelle prossime ore.
?Molto lavoro resta ancora da fare e non solo sul Medio Oriente. La riparazione per i crimini contro l?umanità perpetrati da alcuni Stati in passato, il riconoscimento dei diritti dei lavoratori migranti, l?ammissione e l?adozione nella dichiarazione di Durban di termini quali colonialismo, schiavitù e xenofobia, le nuove tratte di persone umane, la non discriminazione dei popoli nativi ? dichiara il Presidente dell?Associazione ONG italiane ? sono alcune delle spine nel fianco dei lavori del Comitato di redazione del testo finale?.
Le ONG – dal canto loro – avranno oggi la possibilità di presentare il loro intervento nella sessione pomeridiana dei lavori della Conferenza. Un rappresentante del Comitato direttivo Internazionale del Forum delle ONG ed uno del Forum delle Organizzazioni giovanili prenderanno la parola a nome delle ONG.
?Ci auguriamo che nella presentazione verbale vengano usati toni che consentano almeno un parziale recupero delle già citate affermazioni del documento finale del Forum ONG che ? conferma Marelli ? ci trovano assolutamente dissociati e su posizioni distinte. Ciò si rende necessario soprattutto quale contributo alla finalizzazione di un dialogo costruttivo e non fondato unicamente su reciproche improduttive accuse?.
Nel frattempo, il mondo del non governativo resta in attesa di vedere quale destino subirà l?Articolo 138 della bozza di dichiarazione finale, unico articolo specifico per il ruolo ed il valore delle ONG che nel corso della ?prima lettura? non è stato adottato.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.