Economia

Due conti in tasca ai grandi del g7

Circa 2 miliardi di interessi ora sono disponibili per la lotta alla povertà. Ma per dimezzarla, secondo i calcoli dell’Onu, ne servirebbero almeno 50 all’anno...

di Riccardo Moro

Se si guarda ai documenti che G7, Banca mondiale e Fmi diffusero tra il 1999 e il 2000, quando in risposta alle campagne sul debito e all?appello di Papa Wojtyla vennero prese le decisioni più importanti in tema di debito, non si trova mai un esplicito riferimento al fatto che le cancellazioni dovessero riguardare solo i debiti bilaterali. La cancellazione dei multilaterali, annunciata dai ministri delle Finanze del G7, appare più come il recupero di un ritardo, di una promessa non mantenuta, che come una azione realmente nuova.
Guardiamo poi ai Paesi che saranno toccati. Verranno cancellati i debiti multilaterali ai Paesi che hanno completato l?iniziativa Hipc – Heavily Indebted Poor Countries, il programma coordinato da Banca e Fondo, rivolto ai Paesi a basso reddito che abbiano un debito considerato insostenibile, quello appunto che ha permesso la cancellazione dei debiti bilaterali. Non entriamo nella discussione sull?adeguatezza del non condivisibile parametro utilizzato per misurare la sostenibilità (che commisura il debito alle esportazioni, quasi che i governi potessero pagare i debiti usando direttamente i dollari incassati dalle imprese che esportano). Guardiamo al numero di Paesi coinvolti. Quelli considerati ammissibili oggi sono 38, di essi 18 hanno concluso il percorso ricevendo cancellazioni definitive, 9 lo stanno percorrendo e hanno avuto riduzioni parziali, gli altri 11 sono in completo stand by, perché sono in guerra o non hanno ancora elaborato programmi adeguati (i famosi Poverty Reduction Strategy Paper). Quindi la decisione di Londra si applicherà subito solo a 18 Paesi e in futuro agli altri 9. Per gli 11 che restano, si aspetta. L?ulteriore trentina di Paesi a basso reddito non Hipc non merita dai ministri del G7 nemmeno la menzione.
Esaminiamo ora in dettaglio i numeri. Se si cancellasse subito il debito di tutti e 38 i Paesi Hipc, e come abbiamo visto così non sarà, lo stock di debito cancellato sarà di circa 55 miliardi di dollari. Ma ciò che importa è la dimensione delle risorse effettivamente liberate. Quanto avrebbero dovuto pagare i Paesi senza la cancellazione? Ebbene, senza la cancellazione quei 55 miliardi di dollari avrebbero generato, tra interessi e rate di restituzione del debito, una cifra inferiore ai 2 miliardi di dollari ogni anno, che ora diventano disponibili nelle casse dei governi per combattere la povertà. Molto bene. Peccato che il rapporto Onu sul grado di realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del Millennio del 2015 dica che per dimezzare davvero la povertà (si badi bene, ?dimezzare?, non sradicare) occorrerebbero altri 50 miliardi ogni anno. I Paesi ricchi hanno offerto nel 2004 in Aiuto pubblico allo sviluppo 78 miliardi di dollari, ne occorrono altri 50 ogni anno e questa cancellazione ne metterà a disposizione al massimo due. Ebbene, secondo voi 2 miliardi l?anno quando ne mancano 50 sarebbero una decisione storica?
Siamo disposti a comprendere ogni cosa, anche l?entusiasmo di chi ha raggiunto un accordo difficile. Ma crediamo che i 2 miliardi di persone che vivono con meno di 2 dollari al giorno meritino un rispetto diverso. A loro non interessa la finanza creativa, vogliono almeno la verità.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.