Formazione
Due banche che hanno poco da insegnare
Bbva e Abn Amro pubblicano bilanci di sostenibilità. Gli spagnoli lasciano molto a desiderare in quanto a governance.Gli olandesi sono sotto tiro per progetti anti ambientali
Se fosse per la bella ragazza che appare sulla copertina dell?ultimo bilancio di Abn Amro, con davanti un computer sul cui desktop campeggia la scritta «possible», si sarebbe subito portati a pensare che l?offerta pubblica di acquisto lanciata su Antonveneta sia già stata vinta. Troppo sicuro di sé quel sorriso, troppo simile a quello del presidente della banca olandese, Rjkman Groenik per non essere emblematico di un gruppo abituato a cacciare sempre con successo le sue prede.
Più defilato, invece, lo stile del Banco di Bilbao Vizcaya Argenteria (Bbva), più curiale quello del numero uno, Francisco Gonzales, forse anche per via dei buoni rapporti che l?istituto spagnolo intrattiene con il mondo cattolico e, in particolare, con l?Opus Dei (la ?traccia? del legame, sostengono i rumors, consisterebbe nel fatto che l?ex presidente del Bbva, Emilio Ybarra, ebbe rapporti stretti con il fondatore del Banco Popular, Luis Vals Taberner, considerato una delle anime finanziarie dell??Opera?). Ma non per questo meno rivelatore di una forte determinazione a vincere quando scende in campo. Anzi, tra le due partite giocate in queste settimane da Abn Amro e Bbva per conquistare, rispettivamente, Banca Antonveneta e Banca nazionale del lavoro, quella che sembra avere più probabilità di successo è proprio la seconda, visto che il consiglio di amministrazione di Bnl dell?8 aprile ha dato via libera all?offerta pubblica di scambio della banca di Bilbao (una nuova azione di Bbva ogni 5 di Bnl, con un concambio al valore di 2,52 euro per azione che, in soldoni, significa un premio di 1,5 miliardi di euro sul valore effettivo della banca romana).
Ma se determinazione e montagne di denaro da spendere in queste ?campagne acquisti? sono peculiarità note delle due banche cacciatrici, può dirsi altrettanto dei loro profili di sostenibilità? In altre parole, Abn Amro e Bbva sono anche banche socialmente responsabili? La domanda è d?obbligo poiché hanno messo in piedi operazioni che stanno creando un corto circuito finanziario proprio sulla base di alcuni valori fondanti la corporate social responsibility: quello della contendibilità delle imprese e della libera concorrenza; il valore della trasparenza in operazioni di acquisizione (con annessa chiamata in causa del ruolo delle autorità di controllo, in primis antitrust europeo, Consob, Bankitalia); il valore della competitività (e quindi i benefici per i consumatori in termini di maggiore efficienza e minori costi); il valore di una buona corporate governance (si pensi al ruolo svolto dai consiglieri indipendenti); i rapporti con gli stakeholder e il territorio; i settori produttivi in cui sono presenti.
Per esempio, Abn Amro, che per la conquista di Antonveneta è disposta a sborsare ?cash? 6,3 miliardi di euro, motiva l?Opa (sul suo sito www.abnamro.com) con argomentazioni da cui si evince la volontà di stringere rapporti sempre più stretti con le comunità locali e i clienti: la riforma delle pensioni che sta comportando un passaggio verso il patrimonio gestito (managed asset); l?aumento della penetrazione nei crediti al consumo e ipoteche; una maggiore richiesta delle piccole e medie imprese per prodotti ad alto valore aggiunto e più sofisticati.
Eppure due anni fa, messa sotto la lente dall?agenzia Avanzi Sri-Research per il rating etico delle nostre Goodstock, la banca olandese veniva accettata con riserva perché riportava voti insufficienti (cinque) proprio riguardo ai rapporti con le comunità locali e ai rapporti con i clienti. Oggi Abn Amro sembra aver fatto progressi in proposito: ha accentuato, infatti, il suo impegno sul fronte della csr; pubblica ormai regolarmente un bilancio socio-ambientale; sostiene progetti di microcredito in Brasile e India; con Citigroup ha recentemente costituito la prima piattaforma online per ciò che concerne il commercio internazionale nei servizi legati all?ambiente (www.ecosystemmarketplace.com, sviluppata dall?organizzazione non profit Forest Trends, attiva nella tutela ambientale); ha promosso gli Equator Principles, linee guida che introducono criteri di sostenibilità nell?attività di project financing, anche se secondo un rapporto della ong BankTrack avrebbe, come si suol dire, predicato bene e razzolato male, finanziando progetti non in linea con questi principi (come l?oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan, criticato per il forte impatto socio-ambientale o la diga Omkareshwar in India che dovrebbe causare lo sfollamento di 50mila persone e la scomparsa di 5mila ettari di foreste intatte). Abn Amro, inoltre, colloca in Italia il fondo etico azionario internazionale Abn Amro Socially Responsible Equity Fund che però negli ultimi tre anni non ha dato molte soddisfazioni ai sottoscrittori avendo lasciato sul terreno circa il 35%.
Sarà interessante verificare, se l?Opa andrà a buon fine, quanto spazio avranno gli investimenti socialmente responsabili nella gestione di asset legati alla riforma previdenziale, ritenuta così strategica. Rimane, infine, aperta la questione relativa all?appoggio finanziario di transazioni che hanno ad oggetto il settore delle armi sebbene il gruppo olandese si sia dotato di una politica (defense policy) che fissa restrizioni nei finanziamenti concessi a questo settore.
Un problema questo che, invece, non si pone affatto a Bbva che non manifesta alcuna intenzione di uscire dal settore delle armi così come, del resto, la Banca nazionale del lavoro. L?istituto di Bilbao pubblica dal 2002 un bilancio di sostenibilità, anno in cui, ricorda l?agenzia milanese di rating etico, la Banca di Spagna ha avviato un procedimento amministrativo a carico di Bbva e di alcuni suoi ex dirigenti per aver occultato 225 milioni di euro fino al 2000; ha buoni rapporti con le comunità locali (tramite le sue fondazioni sviluppa progetti sociali nei settori della ricerca e dell?innovazione) e con i propri dipendenti (realizza per tutti i dipendenti programmi su salute, sicurezza e formazione); mostra particolare attenzione al soddisfacimento dei clienti, per esempio con alcune iniziative particolarmente apprezzate quali il mutuo a trent?anni, il finanziamento del 100% della prima casa, il mutuo ?rovesciato? che fa pagare meno all?inizio. Rimangono alcune ombre in tema di corporate governance, non foss?altro che per una questione di stile. Per dirne una, al cda di Bnl dell?8 aprile hanno votato a favore dell?Opa (evidentemente) anche i quattro consiglieri espressione di Bbva: hanno potuto farlo solo grazie alla recente riforma Vietti che ha ricompreso nelle responsabilità degli amministratori la decisione di votare, altrimenti non avrebbero potuto farlo per conflitto d?interessi.
In queste settimane, da più parti, si è sentito dire che le due banche straniere promettono aria nuova. Aspettiamo?.
ABN sotto tiro a New York
L?undicesima banca europea per dimensioni è sotto assedio. Prima sono intervenuti i gruppi verdi olandesi contestando la disinvoltura per certi investimenti in società belliche, transazioni poco chiare nei diamanti, collaborazioni con regimi dittatoriali, e per i finanziamenti alla costruzione della controversa pipeline che collega Baku attraverso Tbilisi a Ceyhan e quella tra il Chad e il Camerun. Poi qualche grattacapo è arrivato dagli Stati Uniti, dove la banca olandese è il secondo istituto straniero del mercato. Nell?ottobre del 2004 la Fed e il dipartimento del Tesoro Usa sono state interrogate dal Congresso a causa di presunti reati di riciclaggio commessi dalla filiale di New York di Abn Amro Holding NV. Sotto pressione per gli scandali e il crack della Riggs Banks, dove transitava denaro sospetto, gli Usa hanno lanciato tre indagini federali per fare chiarezza sui rapporti della holding con dubbie banche dell?Est europeo. Qualche problema , sul territorio statunitense, è arrivato anche dai mutui ipotecari, quando a febbraio un cittadino afro-americano ha citato per frode e violazione della privacy del consumatore Abn Amro Mortgage Group, e una società legale di Baltimora, chiedendo 3 milioni di dollari di risarcimento.
Christian Benna
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