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Due alternative per i redditi da attività commerciali

Siamo un ente non commerciale che esercita pure attività commerciale. È vero che esistono dei regimi forfettari di tassazione? Quali sono e che riduzioni prevedono?

di Antonio Cuonzo

Siamo un ente non commerciale che esercita pure attività commerciale. Per tassare i proventi di quest?ultima attività abbiamo sempre assoggettato i ricavi e i costi al normale regime del reddito d?impresa. È vero che esistono dei regimi forfettari di tassazione? Quali sono e che riduzioni prevedono? Gli enti non commerciali con questa operatività possono avvalersi di due alternativi regimi di tassazione cosiddetti forfettari. Il primo di questi è previsto dall?art. 145 del Tuir (Dpr 22 dicembre 1986, n. 917) che presume una redditività commerciale dell?ente in virtù del settore in cui opera. Innanzitutto, il citato art. 145 del Tuir richiede a esso di essere un ente non commerciale ammesso alla contabilità semplificata ai sensi del Dpr 600/73 e determina il reddito commerciale dell?ente applicando all?ammontare dei ricavi conseguiti nell?esercizio di attività commerciali un coefficiente di redditività e sommando al risultato della moltiplicazione (proventi per coefficiente) l?ammontare di plusvalenze, sopravvenienze attive, dividendi, interessi e proventi immobiliari. In tale regime, però, il citato coefficiente non è unico, ma varia tra il 10 e il 25 % a seconda dell?attività esercitata e dell?ammontare dei ricavi (il sistema si applica a scaglioni di ricavi). L?altro regime forfettario è quello previsto dalla legge 398/91 (legislazione in origine prevista per il solo settore dello sport dilettantistico) applicabile a tutte le associazioni senza scopo di lucro. Il regime prevede un tetto massimo di ricavi commerciali dell?anno precedente (250mila euro) e determina il reddito dell?ente applicando all?ammontare dei ricavi conseguiti nell?esercizio di attività commerciali un coefficiente di redditività del 3% e sommando al risultato della moltiplicazione (proventi per coefficiente) l?ammontare di plusvalenze patrimoniali.


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