Non profit

Dubbi sugli sprechi di Milano

Dopo l'inchiesta del Corriere parla Marco Lucchini, direttore del Banco Alimentare

di Lorenzo Alvaro

Sono vent’anni che Fondazione Banco Almentare Onlus ci occupa di raccolta di derrate alimentari in tutta Italia. Nell’ultimo anno ha distribuito 300 quintali di pane fresco in eccedenza. Ma dopo l’inchiesta pubblicata sul Corriere della sera che  ha denunciato a Milano lo spreco  giornaliero di 180 quintale di pane, Marco Lucchini, direttore della Fondazione, avanza qualche dubbio.

Vita. Si parla di 180 quintali di pane fresco buttato al giorno. Una quantità enorme. Di chi è la responsabilità?
Marco Lucchini. Prima di tutto sottolinerei che la polemica sorge in uno strano modo. Si dice che le associazioni non riescono a  recuperare queste eccedenze. Ma ci si rivolge alle associazioni sbagliate: Caritas, mense sociali o altro. Queste realtà hanno lo scopo di dare da mangiare ai poveri. È il Banco Alimentare che si occupa del recupero e della logistica. Ma nessuno ci ha chiesto nulla o informato. Il problema è questo: rivolgersi a chi se ne occupa, cioè al Banco Alimentare.  

Vita. Parla dei giornalisti o delle istituzioni locali?
Lucchini. I giornalisti sapevano della nostra esistenza e della nostra mansione ma non ci hanno contattato. Probabilmente hanno voluto fare questa polemica per riempire le pagine. Mi riferisco agli attori coinvolti nella filiera. C’è un problema che è l’invenduto dei panettieri. Dall’altra un bisogno che sono le mense e le comunità. Poi c’è Banco Alimentare. Basta mettersi ad un tavolo e trovare delle soluzioni. Alle istituzioni chiediamo solo di dare forza ed energia ad una realtà come la nostra che a quanto pare è molto utile.

Vita. Tornando ai 180 quintali. Eravate al corrente di questo spreco?
Lucchini. No. Non so neanche se siano vere queste cifre. Sinceramente non mi colpisce particolarmante il caso dei 180 quintali. Fosse anche una michetta faremmo di tutto per recuperarla.  In ogni caso la possibilità di fare c’è, basta mettersi insieme. Ci siamo già mossi, abbiamo sentito la Federazione Panificatori con cui ci incontreremo per capire la situazioni ed eventuali interventi.

Vita. C’è un problema di legislazione che in tanti casi non permette di dirottare il pane prodotto in eccesso in altre direzioni. Come si fa?
Lucchini. Cinque anni fa in Italia non era permesso recuperare cibo fresco dalla ristorazione. Ci siamo impegnati collaborando coi vari attori implicati e abbiamo fatto la “legge del Buon Samaritano” e oggi buona parte degli almentari li recuperiamo proprio dalla ristorazione. Anche a livello legislativo si può fare tutto. Basta volerlo.

Vita. Ma se i numeri fossero confermati che tipo di sforzo servirebbe per gestirli?
Lucchini. Al momento non ho elementi per rispondere.



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