Economia

Dsa e lavoro, Damiano: in azienda servono percorsi per l’inserimento

A Torino il primo evento pubblico dedicato ai lavoratori con disturbi dell'apprendimento, per i quali non esistono normative ad hoc e neppure percorsi dedicati nelle aziende. Per l'onorevole Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera, è tempo di creare ambienti friendly e ripensare le politiche di inclusione per queste persone, spesso dotate di talenti nascosti

di Gabriella Meroni

Sono più di 2 milioni in Italia le persone con un Disturbo specifico dell'apprendimento, meglio conosciuto come Dsa, 300 mila delle quali, ogni anno, concludono il loro percorso scolastico. Per questi aspiranti lavoratori, però, fino a questo momento non esistono in Italia percorso ad hoc di inserimento e facilitazione, neppure per la fase di ricerca e selezione, al contrario di quello che accade nel paesi anglosassoni. Di questo tema si è discusso a Torino lo scorso 26 febbraio nel corso del primo evento pubblico dedicato alla dislessia nel mondo del lavoro. Organizzato dalla Fondazione Italiana Dislessia, in collaborazione con l’Associazione Lavoro&Welfare e con il patrocinio della Regione Piemonte, l'incontro è stato l'occasione per presentare il progetto “Dsa: Progress for work”, ideato e sviluppato dalla Fondazione Italiana Dislessia con l’Università di Modena e Reggio Emilia, che si propone proprio di creare ambienti di lavoro “dyslexia friendly”. Un ambiente di lavoro consapevole del fenomeno dislessia, che fornisca quindi il sostegno adeguato, permette alla persona con dsa di compensare le difficoltà, acquisire strategie di successo e far emergere le proprie potenzialità, facilitando la crescita professionale.
Al convegno era presente anche l'onorevole Cesare Damiano (nel video), presidente della Commissione Lavoro della Camera, che ha sottolineato la necessità che le istituzioni siano aperte all'approfondimento della questione, auspicando un incontro della propria Commissione con le associazioni che si occupano del tema.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.