Welfare

Ds e Margherita a porte aperte

Due appuntamenti a distanza di pochi giorni e alla presenza dei segretari. Il sociale interroga la politica. Ed esprime malumori per la Fabbrica

di Ettore Colombo

I Ds lo fanno in modo ordinato ma riproponendo ragionamenti ed elaborazioni note e consolidate (per quanto efficaci). La Margherita lo fa in modo disordinato (e un po? caotico) ma originale, apportando alla costruzione del rapporto tra centrosinistra e non profit qualche elemento di novità. Questa l?impressione tratta seguendo i due convegni che, a distanza di pochi giorni, i due principali partiti riformisti dell?Ulivo hanno voluto dedicare ai temi del volontariato (i Ds a Roma) e della giustizia e della solidarietà (la Margherita a Firenze). Il primo è un appuntamento pensato in sostegno alla manifestazione contro i tagli ai fondi della legge 266 e ha visto il partito della Quercia (su tutti il responsabile associazionismo, il deputato Mimmo Lucà e il senatore Nuccio Iovene) in prima fila nell?appoggiare la protesta delle associazioni di volontariato che avevano formato una delegazione per incontrare i parlamentari e chiedere lo stralcio dell?articolo 18 del disegno di legge che cambia la legge sul volontariato, dimezzando le risorse destinate ai Csv. Non solo il sostegno dei Ds a questa mobilitazione è stato convinto ma – come ha ricordato Lucà – c?è anche una proposta di legge del partito per ribadire che il volontariato deve rimanere legato alla sua condizione primaria e originaria, quella della gratuità. Ma poi è stato proprio Lucà a chiedere con forza a Prodi di dedicare una sessione della Fabbrica del Programma al tema del welfare e del terzo settore, con la partecipazione dei suoi principali protagonisti (che dalla Fabbrica si sono sentiti snobbati) richiesta che il segretario Fassino, intervenuto ai lavori, ha fatto propria. Tra gli interventi di esponenti delle associazioni è da rimarcare quello di Lucio Babolin, presidente del Cnca: chiede ai Ds «di non limitarsi a denunciare il neocollateralismo altrui ma di guardarsi anche dal proprio: il pericolo è quello del ritorno alle ?chiese? e alle identità d?appartenenza, del ritorno alla delega e dell?investimento solo in chi è visto come vicino, abbandonando una elaborazione culturale autonoma verso la politica». Maurizio Gubbiotti di Legambiente, pur preoccupato di salvaguardare «lo specifico ambientalista di un?associazione pronta a interloquire con tutti», denuncia la difficoltà del mondo associativo di trovare un filo comune con un centrosinistra «sempre più chiuso nelle proprie beghe interne, a prescindere dalla colpe, con una Fabbrica autistica e anche con un Forum in crisi di rappresentatività e proposta ma che va rilanciato come luogo anche per tornare, nel rapporto con la politica, a prediligere i contenuti». La Margherita invece ha voluto interloquire, con una due giorni svoltasi a Firenze, con ?tutto? il mondo del volontariato, dell?associazionismo e del non profit grazie al seminario organizzato dal dipartimento Solidarietà del partito e retto con generosità e passione dalla ex esponente scout Cristina De Luca (responsabile terzo settore è invece l?onorevole Dorina Bianchi, ex Udc). In un alternarsi un po? caotico e molto serrato di temi, ospiti e dibattiti, i Dl hanno affrontato le principali sfide oggi sul tappeto. Dall?immigrazione (dove è stata preziosa la messa a punta, contro ogni facile demagogia, di Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant?Egidio che ha detto «bisogna contrapporre la solidarietà, non la tolleranza, all?intolleranza») al rapporto da rilanciare tra ripensamento del welfare e nuovo welfare locale, dai nuovi spazi da aprire per la cooperazione internazionale allo sviluppo (tema sviscerato grazie a studiosi come Sabino Cassese e Riccardo Moro) alla definizione stessa del ruolo del volontariato. La sfida, ha concluso Francesco Rutelli, sta nella capacità di spostare, «il peso della distribuzione delle risorse sul territorio, dove stanno i veri soggetti dell?integrazione (Regioni, Comuni, enti locali) che offrono al cittadino il senso concreto di un agire solidale». Parla di ?welfare di comunità?, Rutelli, «l?altra faccia, quando funziona, di un?economia sana» e viene in mente l?ultimo numero di Communitas. Per dar ragione a chi ironizza sulla ?communitas di Rutelli?? No, solo perché anche con queste proposte si ricrea il senso del ?fare comunità?.


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