Famiglia
DS e industria bellica: la relazione di Marco Minniti
La relazione del responsabile settore difesa per i Ds, in occasione del Convegno organizzato dalla Quercia ieri dal titolo: "Le nuove sfide della difesa italiana". Presenti i big dell'industria
di Giulio Leben
Appoggio all’industria bellica italiana che, secondo i Ds, soffre di una grave disattenzione da parte del governo in carica. Finanziamenti aggiuntivi e un capitolo specifico nel bilancio, nel qual caso l’Unione andasse al governo l’anno venturo. E’ questo il senso complessivo del convegno che si è tenuto ieri, 7 novembre a Roma, organizzato dai Ds. A cui hanno partecipato gli stati generali dell’industria e della Quercia. Fra i protagonisti: il Ministro della Difesa Antonio Martino, il capo di Stato maggiore della Difesa Gianpaolo Di Paola, il Segretario Generale delegato Nato Alessandro Minuto Rizzo, il Presidente Comando militare dell’Unione Europea Rolando Mosca Meschini, l’amministratore delegato Fincantieri Giuseppe Bono, il rappresentante permanente italiano presso la Nato Maurizio Moreno, il presidente dell’A.I.A.D. Giorgio Zappa e il rappresentante italiano nel Comitato politico e di sicurezza dell’Unione Europea Maurizio Melani.
I punti salienti dell’introduzione
Marco Minniti, Capogruppo DS in Commissione Difesa e componente della delegazione N.A.T.O. del Parlamento italiano, ha illustrato nella sua introduzione le preoccupazioni e le prospettive dell’impegno diessino nel comparto, rilanciando la necessità del rafforzamento per una “difesa europea”.
I primi commenti: Aon e politici
“I Democratici di Sinistra devono dire al paese dove vogliono trovare le risorse che oggi hanno promesso ai vertici delle Forze Armate italiane?. E’ quanto ha dichiarato Massimo Paolicelli, Presidente dell’Associazione Obiettori Nonviolenti.
“E’ grave ? prosegue Paolicelli ? che i DS non mettano minimamente in discussione questo modello di difesa al quale hanno dato un forte contributo quando sono stati al governo nella passata legislatura. La professionalizzazione delle Forze Armate con una forza di 190.000 uomini, alcuni costosissimi sistemi d’arma, l’elevazione a quarta Forza Armata dei carabinieri sono scelte fatte dal precedente Governo e che, come avevamo apertamente denunciato, stanno facendo lievitare a dismisura i costi di questo modello di difesa. Le spese per il personale volano in alto, si continua ad investire in inutili sistemi d’arma, visti i nuovi scenari strategici che abbiamo davanti e poi si taglia sull’esercizio e sulla manutenzione, mettendo a repentaglio la vita degli stessi lavoratori con le stellette”.
Ma non solo dalle fila della società civile sono giunte le critiche. “All’interno del partito ci sono posizioni diverse”, a dirlo è Silvana Pisa, prima firmataria della mozione parlamentare sulle armi leggere a favore della campagna Controlarms, che, raggiunta da Vita.it, non cela un certo imbarazzo per la posizione assunta dal proprio partito in occasione del convegno, e precisa “in questo caso parliamo di sistemi d’arma bellica, mentre la mozione da me firmata mira a controllare il commercio delle armi leggere. Ciò detto, non vi è ombra di dubbio che la cose non possono andare disgiunte. Spero che il mio partito voglia quindi valutare la situazione nel suo insieme”.
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