Famiglia
Droghe,parole,silenzi e cifre
Editoriale di Riccardo Gatti sulle droghe
L?Onu lancia l?allarme, ma non so quanti lo raccoglieranno. Io stesso che passo come esperto l’ho letto solo grazie ai redattori di Vita. Lo leggo. Certo, è una bella botta, una notizia da prima pagina. Possibile che mi sia sfuggito? Poi capisco, quando è uscito il rapporto? La settimana del Festival di Sanremo? I media erano in ben altro occupati. O non sarà che parlare di droga non interessa più nessuno? E se anche qualche dibattito si accendesse non sarebbe niente più che la solita bagarre tra proibizionisti e antiproibizionisti. Ormai non abbiamo nemmeno più il coraggio di entrare nel merito della questione. Ogni tanto qualcuno la spara un po? più grossa degli altri per guadagnare un titolo e cercare così di influenzare l?opinione pubblica. La verità è che sul problema droga si è abbassato il livello di interesse. Così, per fare un po? di glamour trasgressivo-impiegatizio qualche stilista lancia le mutande con su, stampate, le foglioline di cannabis, e il massimo che se ne ricava è il parere scandalizzato di qualche perbenista. Nel frattempo l?Europa diventa un continente produttore, alla grande, di droga sintetica ma, in fondo, chi se ne frega. Esce un giornale che afferma come, dalle parti di Roma, un giovane su quattro tra i frequentatori delle discoteche usa ecstasy… ?Caspita!?, e così sia. A Milano, ho dimostrato con una ricerca che tra i giovani studenti forse gira più coca che ecstasy e, facendo i conti, in ogni classe almeno due persone hanno già provato quelle che, una volta, si sarebbero definite ?droghe pesanti?. Beh, io ho realizzato un bel convegno e un libro: posso essere contento. Più di uno, adesso, propone un?inchiesta, e, naturalmente, su che cosa? Sul funzionamento dei Sert, i servizi pubblici per le tossicodipendenze, quelli che dovrebbero cambiare il mondo con quei pochi mezzi che hanno. E chi coordina l?azione antidroga in termini di prevenzione, terapia e riabilitazione? Un ministero senza portafoglio così che, anche per organizzare le riunioni di esperti, ci son problemi di fondi. Figuriamoci per il resto. Le droghe si diffonderanno sempre di più nei prossimi anni, se non altro perché chi si adopera per contrastarne la diffusione anche a livello semplicemente culturale non ha mezzi, e in Parlamento ci si accapiglia su pochi fondi. La sproporzione tra chi promuove il mercato e chi lo contrasta è insostenibile. Continuiamo pure, eventualmente, quando capita, a discutere: ?metadone sì, metadone no, cannabis libera, cannabis regolamentata; somministrazione controllata, metodo tal dei tali; chiudiamo i Sert; la salvezza è la comunità? ecc. ecc. E il rapporto Onu? Beh, ma quello che c?entra: forse non parla nemmeno di noi.
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