Volontariato

Droghe: scontro fra San Patrignano e Emilia Romagna

La comunità ricorre al tar contro una delibera della Regione in materia di accreditamento delle strutture sanitarie

di Redazione

La Comunita’ di San Patrignano ha fatto ricorso al Tar contro la delibera della Regione Emilia Romagna del 23 febbraio scorso, n 327 che, in applicazione di una legge regionale, detta nuove regole in materia di autorizzazione e di accreditamento delle strutture sanitarie e dei professionisti. Secondo la comunita’ di recupero fondata da Vincenzo Muccioli – che oggi ospita gratuitamente 1500 tossicodipendenti, pari a oltre il 60% dei tossicodipendenti regionali e al 20% di quelli nazionali, grazie al lavoro di 120 volontari – l’applicazione letterale delle disposizioni contenute nella delibera comporterebbe di fatto la fine di un’esperienza di recupero che rappresenta un modello, non solo per l’Italia, ma per il mondo. La delibera, si spiega nel ricorso, non tenendo conto di quanto previsto dall’accordo Stato Regioni del ’99, mette di fatto sullo stesso piano l’attivita’ di comunita’ per tossicodipendenti con interventi a contenuto sanitario da quelle, come San Patrignano, attive nel campo socioassistenziali ed educativi. Due, in particolare, le conseguenze che metterebbero a rischio la sopravvivenza della struttura: il passaggio da 8 a 4 posti letto per ciascuna camera dove i giovani vengono ospitati; e un utilizzo limitato, solo notturno, del personale volontario, affidando il resto del lavoro a professionisti specializzati. “San Patrignano rischierebbe di fatto la chiusura – spiega Andrea Muccioli, figlio del fondatore di San Patrignano e oggi responsabile della struttura – perche’ noi siamo nell’impossibilita’assoluta, sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista della scelta terapeutica, di costruire centinaia e centinaia di stanze che servirebbe a sistemare in modo diverso i ragazzi che in questo momento vivono tranquillamente la loro esperienza di recupero”.


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