Volontariato

Droghe. Don Mazzi scrive ai cantanti: “Se aveste un minimo di coscienza..”

Dalle pagine di Avvenire, risponde durissimo al manifesto dei big della canzone: "Non confondiamo libertà con sfrontatezza. Vi sono luoghi che esigono da noi e da voi grande autocontrollo"

di Benedetta Verrini

“Se devo essere sincero fino in fondo, il vostro documento l’ho trovato equivoco e furbino”. Così don Antonio Mazzi risponde oggi, tra le pagine di Avvenire, alla lettera-manifesto sulle droghe pubblicata dai cantanti italiani. E non è una risposta tenera: “Per troppo tempo, dai megapalchi, in tema di droga, alcol e dissennatezza, vi siete esposti maliziosamente e pesantemente” scrive il sacerdote impegnato da anni, con la sua comunità Exodus, al recupero dei giovani finiti nel tunnel della droga.

“Tra voi ventotto è vero che ci sono personaggi positivi e leali” prosegue don Mazzi, “Ma non fatemi dire che alcuni hanno precedenti spiacevoli”. E poi l’affondo: “Se aveste un minimo di coscienza non dovreste esigere assoluta e incontrollata libertà di parola e opinione. Non confondiamo libertà con sfrontatezza. Vi sono luoghi che esigono da noi e da voi grande autocontrollo”.

Sull’annosa distinzione tra droghe leggere e pesanti, don Mazzi, ricorda “le sostanze che oggi vengono introdotte anche nelle droghe fino a ieri leggere, ci obbligano ad avvisare, soprattutto i nostri figli, delle porcherie, delle conseguenze”. Per questo, invita i big a un maggior senso di responsabilità (“incominciate anche voi a dare informazioni corrette, dicendo quello che sapete. Forse anche smentendo atteggiamenti che fino a ieri avete coperto e abbracciato”) e riconosce che “il pericolo che una lotta indiscriminata e politicamente di parte potrebbe portare a militarizzare scuole, stadi, piazze, case e strade. Sarebbe una tragedia nella tragedia”. La scelta? Mettersi al servizio delle istituzioni più deboli: scuola, famiglia e tempo libero. “Se una cosa va legalizzata, non è certamente la droga leggera, ma la vita”.

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