Formazione

Droghe, chiude la Casa di Anna

Succede a Milano. Era un Centro di accoglienza notturna per donne tossicodipendenti ed alcoliste attive

di Redazione

La Casa di Anna, Centro di accoglienza notturna per donne tossicodipendenti ed alcoliste attive, senza dimora, sito a Milano in Piazzale 4, è stata chiusa ieri, 24 settembre 2003. Dopo anni di attesa su un bisogno di accoglienza delle donne su questa fascia specifica, inserito nelle priorità per la città di Milano e rilevato da molti servizi cittadini fra i quali il nostro SOS Stazione Centrale, da 13 anni impegnato sul fronte della tossicodipendenza e dell?alcolismo associati alla grave emarginazione sociale, il centro era stato avviato il 1 settembre 2002 per iniziativa della Fondazione Exodus, grazie alla collaborazione della Fondazione Fratelli di San Francesco e delle Ferrovie dello Stato. Non avendo ottenuto finanziamento sul capitolo tossicodipendenze attraverso la 45 del Fondo Nazionale Antidroga per le annualità 2001 ? 2002 il centro era stato finanziato per un anno sui fondi della Legge 328 Piano Socio Assistenziale per circa 50.000 ?. Anche la successiva proposta di finanziamento, per proseguire il progetto già in corso, sul capitolo dipendenze nella legge 45 per l’annualità 2003 non ebbe esito positivo. Così come non fu accolto successivamente sulla legge 328 dell’annualità 2003. Purtroppo vane sono state le ricerche di fondi per far proseguire l’attività del servizio attraverso finanziamenti privati o da ritagli di fondi di bilancio di settore. Ci dispiace che, a causa dell’assenza di attenzione e dei finanziamenti richiesti, il progetto abbia avuto termine: un progetto del quale nella fase di realizzazione dell’anno di sperimentazione sono state verificate efficacia ed utilità come documentato nel report semestrale intermedio e che potete scaricare all’indirizzo http://fc.retecivica.milano.it/rcmweb/drogasuweb/anna.htm Oltre alla soddisfazione per l’esperienza svolta, seppur breve, che ha consentito a 40 donne senza dimora con dipendenza attiva da sostanze stupefacenti ed alcol, ospitate dal centro in questo periodo, di accedere a programmi terapeutici, ad avere maggiore cura di sé, a tornare a casa o semplicemente ad avere un tetto sulla testa per un po? e ridurre i rischi derivati dalla vita di strada e dall’abuso di sostanze, resta da parte di tutti noi (responsabili di servizi, operatrici e volontarie) la grande delusione di operare in un sistema del quale ancora una volta abbiamo toccato con mano la scarsa capacità di valutazione. Al di là di tutto questo ci rammarica infine e soprattutto il fatto che a partire dal mese di ottobre le persone con queste caratteristiche, ovvero donne tossicodipendenti o alcoliste attive senza dimora, che avranno in futuro bisogno di questa risorsa (valutate approssimativamente al ribasso da SOS Stazione Centrale in 50/60 annue) non troveranno alcuna altra unità d’offerta disponibile ad accoglierle come da noi verificato in quattordici anni di lavoro di strada. Speriamo che nel 2004 il progetto possa essere ripreso in modo da poter consentire a queste persone, valutate certo fra le più difficili ma anche fra le più a rischio nella nostra città, progetti di accoglienza ed alternative alla strada.


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