Giornata mondiale contro la droga
Droga, quelli che non si voltano dall’altra parte
Otto persone che non hanno chiuso gli occhi dinanzi al ritorno delle sostanze tra i più giovani. Otto biografie di persone che si sono messe in gioco, con i loro corpi e le loro emozioni. Uomini e donne appassionati della singola persona umana, al di là del giudizio sulle sue scelte. Perché la prima risposta è questa: esserci

La percentuale dei giovani consumatori nell’ultimo anno è aumentata di quasi il 10%: i ragazzi tra i 15 e i 19 anni che consumano droghe sono passati dal 18,7% al 27,9%. Ma sarebbe troppo facile circoscrivere tutto soli ai ragazzi: la relazione annuale al Parlamento del 2023 dice che le persone con problemi di tossicodipendenza sono passate da 125.428 del 2022 a 129.259 del 2023. Gli accessi al Pronto Soccorso sono stati 8.152. E gli operatori denunciano le falle di una rete di supporto che oggi riesce ad intercettare appena il 25% di chi fa uso di stupefacenti: per ogni persona che viene intercettata dai servizi, ce ne sono almeno tre che non lo sono.
Dinanzi a questa situazione, a lungo abbiamo fatto finta di non vedere. Ma c’è chi non si volta dall’altra parte. Ad aprile VITA ha dedicato un approfondimento all’impennata del consumo di sostanze, soprattutto da parte dei giovani. Accanto alle pagine di inchiesta, ci siamo messi in cerca di persone che non abbiano chiuso gli occhi: ritratti emozionanti, di persone che si sono messe in gioco.
C’è che insieme ai tossicodipendenti cammina da quarant’anni e chi ha iniziato da poco. C’è chi cerca le parole per prevenire e chi le azioni per curare. Chi ha scelto la strada, chi la comunità, chi lo sport, chi il lavoro. Le sfumature sono infinite, così come le differenze tra ieri e oggi. Ma questi otto profili hanno tutti una cosa in comune: la passione per la singola persona umana, al di là del giudizio sulle sue scelte. La prima e più urgente risposta è questa: esserci. Per amare le persone nella loro fragilità.






In apertura, un’immagine del boschetto di Rogoredo, a Milano (LaPresse)
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