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Droga: per Fini e Onu finanzia il terrorismo

Il commercio della droga rappresenta, soprattutto in paesi come l'Afghanistan, ''una delle fonti di finanziamento del terrorismo''

di Redazione

Il commercio della droga rappresenta, soprattutto in paesi come l’Afghanistan, ”una delle fonti di finanziamento del terrorismo”. E’ quanto ha affermato oggi il vice presidente del consiglio, Gianfranco Fini presentando i risultati del Rapporto dell’Ufficio Onu anti-droga riguardante la valutazione della produzione di oppio in Afghanistan nel 2002. ”La produzione e la diffusione di sostanze stupefacenti – ha detto Fini – rappresenta certamente in quell’area uno degli elementi di maggiore destabilizzazione ed uno dei canali di finanziamento delle organizzazioni criminali, quali che siano le attivita’ cui sono dedite”. Il vice premier ha, quindi, ricordato l’impegno italiano nella lotta antidroga. Il nostro paese, infatti, e’ attualmente il primo contribuente dell’Ufficio Onu anti-droga diretto dall’italiano Antonio Maria Costa ed e’ stato incaricato, sempre in sede Onu, di supportare le autorita’ locali per la creazione di un nuovo sistema giuridico. ”Tutto cio’ – ha aggiunto Fini – dimostra la grande importanza che il Governo italiano da’ a serie politiche di contrasto delle droghe, sia a livello nazionale che internazionale”. Da parte sua il sottosegretario Margherita Boniver, appena rientrata dall’Afghanistan per una missione diplomatica, ha definito il narcotraffico ”il piu’ serio rischio per il neonato governo di Karzai” ed uno ”spaventoso fattore di destabilizzazione, visto che i proventi del narcotraffico finiscono nelle tasche dei ‘signori della guerra”’. Sara’ di almeno 3.440 tonnellate la produzione di oppio in Afghanistan per il 2002. E’ la stima dell’ufficio delle Nazioni Unite per la lotta alla Droga e al Crimine, diretto da Antonio Maria Costa e rappresenta il 25 per cento in meno della produzione del 1999, anno in cui venne registrato un vero e proprio record. Nel 2001, per effetto delle pressioni internazionali sul regime talebano la produzione di oppio era scesa a 185 tonnellate. Costa, in una conferenza stampa con il vice presidente del Consiglio, Gianfranco Fini, ha fornito i dati della produzione di droga in Afghanistan sottolineando che gli ettari coltivati ad oppio sono il 5 per cento del totale del territorio pari a 74 mila ettari. Ogni ettaro produce 46 chili di oppio ed ogni chilo costa alla produzione 350 dollari, cifra che si moltiplica per cinque nel passaggio tra produzione e spaccio. Ogni famiglia afghana che produce oppio – sono 200-250 mila – guadagna da questa attivita’ 3-4 mila dollari. Il giro d’affari, alla produzione, e’ di circa 25 miliardi di dollari alla produzione, una cifra che bisogna comunque moltiplicare per cinque. “Quel che serve nel futuro prossimo – ha spiegato Costa – e’ un aiuto internazionale molto piu’ ingente, per creare le istituzioni legali e di ordine pubblico, e per fornire ai contadini afghani mezzi di sussistenza leciti in alternativa all’oppio”.


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