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Droga: ok del Governo alla riforma Fini
Torna la dose minima giornaliera e cade la distinzione tra droghe leggere e pesanti
Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il ddl Fini che modifica il testo unico in tema di lotta alla droga.
La filosofia di fondo del ddl è la tolleranza zero verso ogni tipo di stupefacente. La nuova legge stabilisce alcuni principi basilari:
– nessuna distinzione tra droghe leggere e pesanti
– assoluta illiceità della libertà di consumo
– aggravamento delle sanzioni penali e amministrative per chi è trovato in possesso di stupefacenti
– equiparazione tra strutture pubbliche e private (Sert e comunità terapeutiche, ad esempio) per quanto riguarda la riabilitazione psico-fisica del tossicodipendente.
Il ddl di Fini ripristina la «dose minima giornaliera» con diversi livelli di «tolleranza». Il tetto è fissato in 150 mg di cannabis e derivati, 500 mg di cocaina, 200 mg di eroina, 50 mg di anfetamina. Fino a queste quantità scatta solo la sanzione amministrativa, oltre quella penale. Si tenta di fissare un limite quantitativo di 300 grammi anche per le droghe sintetiche (ecstasy e pasticche).
Cade inoltre la distinzione tra droghe leggere e pesanti. Chi «illecitamente importa, esporta, acquista, riceve a qualsiasi titolo o comunque detiene sostanze stupefacenti o psicotrope» rischia almeno una delle seguenti sanzioni: sospensione (o divieto di conseguimento) della patente, del passaporto, del porto d?armi e del permesso di soggiorno. La misura scatterà immediata. Non c?è più la «ammonizione» del prefetto, che prima salvava chi veniva pizzicato per la prima volta. Il prefetto può disporre l?obbligo di firma in caserma e di rientrare in casa a una certa ora, il divieto di frequentare alcuni locali pubblici, di allontanarsi dal comune di residenza e di condurre veicoli a motore. Chi contravviene anche a una sola di queste misure rischia l?arresto da 3 a 18 mesi.
L?obbligo di seguire un programma terapeutico e socio-riabilitativo potrà essere ottemperato non più solo nel Sert competente, ma anche in una struttura privata. Se il paziente viene considerato riabilitato, il prefetto revoca i provvedimenti presi
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